Inter, Dzeko: il nuovo 9 ‘non star’, ma che gioca per gli altri
Poteva essere un connubio già avvenuto da qualche stagione quello tra l’Inter ed Edin Dzeko. Il centravanti bosniaco era nelle mire del club nerazzurro fin dal Mancini II, che nell’estate 2016 lo aveva chiesto alla proprietà, anche sacrificando Icardi, in quel momento numero 9 e attaccante titolare.
Edin poteva essere nerazzurro anche durante il biennio di Antonio Conte. Fu una delle richieste in attacco del tecnico, che lo voleva assieme al neo arrivo Romelu Lukaku. Le problematiche che sopraggiungono durante il mercato e le alte richieste della Roma, frenarono l’affare.
Trattativa che si è riaccesa una terza volta nel gennaio 2021, quando Inter e Roma sembravano vicine a uno scambio tra Dzeko e Sanchez. Anche in questo caso, per vari motivi non se ne fece niente.
Finalmente nell’agosto 2021 e in un’estate difficile sul fronte mercato per il club, Edin Dzeko diventa un nuovo giocatore dell’Inter, diventa il nuovo numero 9 in sostituzione di colui che due anni prima poteva affiancare. Dzeko arriva a zero dopo 6 stagioni in giallorosso, coronate da 85 gol in 199 presenze.
Partiamo subito che l’eredità e il vuoto che Dzeko è arrivato a raccogliere all’Inter è probabilmente incolmabile. L’addio di Romelu Lukaku, uno degli attaccanti più forti del mondo al momento, ha destabilizzato l’ambiente e per caratteristiche, forza fisica ed età Dzeko cede sicuramente più di qualcosa al belga.
E molti tifosi nerazzurri sono consapevoli che l’attacco ha perso tanto, in velocità, in paura scaturita negli avversari e in potenza atletica. Lo stesso Dzeko classe 1986, sa di non poter dare quello che Lukaku, classe 1993 e nel suo prime di carriera ha dato all’Inter.
E la stessa squadra è e sarà costretta ad attaccare in modo diverso da come faceva prima. Probabilmente con Dzeko più vicino alla porta e con più giocate e con meno risalite e difese fisiche del pallone.
Ma alla fine quello che conta nel calcio sono le prestazioni e i numeri. Dzeko all’Inter ha fatto 4 gol e 1 assist in 5 presenze in campionato. Assist e gol alla prima giornata col Genoa, doppietta col Cagliari alla 4° e gol importante alla Fiorentina all’ultima giornata.
La manovra d’attacco interista è cambiata e nelle prime giornate (Verona e Sampdoria soprattutto), Dzeko ha avuto delle difficoltà perché i compagni tendono ancora ad approcciarsi con lui come fosse l’ex 9. Non vedremo mai Dzeko difendere il pallone a metà campo e farsi 25 metri di campo in progressione, questo lo sa lui e lo saprà anche Inzaghi.
E probabilmente Dzeko non potrà essere il titolare indiscusso, difficile che regga più di 50 partite stagionali per 90 minuti. Va dosato, ma in queste prime uscite si è visto cosa Dzeko ti garantisce e ti dà.
La classe e la tecnica non muoiono con l’età e sicuramente l’Inter ha trovato un raccordo, un rifinitore nella zona d’attacco, che potrebbe far bene anche alla crescita di Lautaro, ma anche dei compagni attorno a lui.
Una missione non facile per Dzeko e per l‘Inter, ma che va visto nella giusta misura. Di un professionista, un leader (capitano e top marcatore della nazionale bosniaca) che non deve per forza essere il centro nevralgico dell’anima dell’attacco come era Lukaku, ma che può essere parte di un ingranaggio consolidato che nell’assieme dei valori in campo, colmi la perdita avuta dai singoli.