Christian Eriksen e l’Inter, storia di un amore mai nato. Non da parte della tifoseria, s’intende, ma tra il giocatore e l’allenatore nerazzurro. Uno dei migliori centrocampisti d’Europa finito a giocare spezzoni di 3 o 4 minuti di gare inutili e concluse. Un’incompatibilità tattica e forse anche caratteriale, tra Antonio Conte e lo stesso Eriksen che ha portato ad una rottura pressoché inevitabile. Il tecnico salentino fa di un calcio aggressivo e codificato i suoi punti forti, lasciando poco spazio alla fantasia e alla tecnica, qualità in cui eccelle il danese.
Domani, però, Christian Eriksen potrebbe avere la sua possibilità. Una sola possibilità, da sfruttare fino in fondo. L’Inter sarà impegnata nella gara decisiva per superare il girone di Champions League contro lo Shakhtar Donetsk. I nerazzurri devono vincere a tutti i costi per andare avanti e sperare che Real Madrid e ‘Gladabch non pareggino. Antonio Conte arriva alla gara di domani con grandi problemi di formazione, proprio a centrocampo, vista l’indisponibilità certa dei vari Vidal, Barella, Nainggolan e quella parziale di Sensi. Il tecnico interista, per completare il terzetto in mezzo al campo insieme a Brozovic e Gagliardini, dovrebbe schierare Eriksen dal primo minuto.
Il danese non gioca una gara da titolare in maglia nerazzurra dalla trasferta di campionato contro il Genoa dello scorso 24 ottobre. Dopo quel giorno è praticamente sparito dai radar dello scacchiere tattico interista. A meno che Conte non decida di cambiare modulo, domani sera il danese tornerà a calcare da protagonista l’erba di San Siro. La serata ideale per far ricredere tutti suoi detrattori, qualcuno di questi arrivato addirittura a paragonarlo a Gabigol.
Novanta minuti per lasciare un segno nella storia dell’Inter, prima di salutarsi, come è giusto che sia, durante il mercato di gennaio. La storia nerazzurra in questo senso vive di un precedente che lascia ben sperare i tifosi interisti. Nella stagione 1999-00, le incomprensioni e l’incompatibilità tattiche e caratteriali, riguardarono Marcello Lippi e Roberto Baggio. L’allenatore viareggino usò con il contagocce per tutta la stagione il Divin Codino, prima di doverlo schierare per cause di forza maggiore nella partita decisiva di quell’annata.
L’Inter, infatti, raggiunse lo spareggio per accedere ai preliminari di Champions League contro il Parma. Roberto Baggio, viste le assenze di praticamente tutto il reparto offensivo, quella sera rispose con due gol, uno più bello dell’altro. Reti che permisero all’Inter di battere i ducali e di assicurarsi il pass per la competizione europea nell’anno seguente. Quella fu l’ultima partita di Baggio con la maglia nerazzurra, prima della cessione al Brescia. Non andò meglio a Lippi, esonerato pochi mesi più tardi, dopo aver fallito l’ingresso in Champions per la sconfitta nel preliminare contro gli svedesi dell’Helsingborg ed aver perso la prima gara di campionato in casa della Reggina.
Christian Eriksen è stato per anni uno dei migliori giocatori del panorama calcistico internazionale, gli restano 90 minuti, solo 90, per provare a cambiare un destino che in fondo è già scritto.