Inter e Juventus, il test della Champions tra certezze e difficoltà
Dopo l’estate più anomala del dopoguerra, con il virus a mettere in difficoltà qualsiasi previsione, sulle griglie di partenza la Juventus e l’Inter erano in testa a contendersi la prima fila, in un duello esaltante tra le certezze bianconere, alla ricerca del decimo scudetto, e il desiderio nerazzurro di strappare lo scettro ai rivali di sempre. C’è poi anche la carica emotiva degli ex Conte e Marotta a rendere ancora più affascinante il duello. Le premesse non sono state esaltanti, la Juventus è ancora in costruzione, l’Inter ha messo in mostra segnali di grande vigore a scivoloni che ne hanno pregiudicato la continuità.
Mister Antonio Conte ha sempre fatto della solidità difensiva il suo punto di forza, fare gol alle sue squadre è sempre stato un compito arduo e, invece, in questo scorcio di stagione l’Inter è riuscita a portare a casa un clean-sheet soltanto nell’ultima partita contro il Genoa. Le assenze hanno sicuramente un peso: il Covid-19 ha messo a dura prova i nerazzurri: manca da tempo Skriniar, uno dei pochi interpreti col passo discretamente rapido per la difesa a tre. Non si può, però, ridurre tutto al Covid, Conte ha costruito una squadra potente fisicamente in modo da reggere i duelli, ma spesso la ricerca esasperata dell’uno contro uno anche a livello difensivo ha aperto il campo agli avversari. E’ accaduto sia contro il Milan che contro il Borussia Monchengladbach. L’Inter va in Ucraina ad affrontare lo Shakhtar Donetsk, è il remake della sfida che pochi mesi fa i nerazzurri s’aggiudicarono con una ricca goleada. Conte fece un capolavoro tattico con una grande preparazione del pressing alto per il recupero palla e spegnere così nella metà campo avversaria le qualità nel palleggio della formazione ucraina.
Non è una gara decisiva, ma è uno snodo molto importante vista la sorprendente vittoria dello Shakhtar sul campo del Real Madrid, il prossimo avversario dei nerazzurri martedì prossimo in Champions League.
L’incrocio tra Inter e Real Madrid arriverà fra sette giorni, mentre un pezzo prestigioso dell’incrocio Italia-Spagna ci sarà domani sera, la Juventus ospita il Barcellona con la speranza di recuperare CR7 che dovrebbe “negativizzarsi” entro stasera per vivere un altro atto del dualismo con Messi che ha accompagnato quest’intera epoca calcistica.
La Juventus in campionato non riesce a vincere: l’unico successo sul campo è arrivato contro la Sampdoria, poi tre pareggi contro Roma, Crotone e Verona. Nelle ultime due partite si è avvertita l’assenza di Cristiano Ronaldo nella capacità d’inventare in ogni momento la giocata che può cambiare la partita, ma anche nel ruolo di mettere paura agli avversari, guidare le transizioni offensive costringendo gli altri a scappare dietro e ad abbassare il baricentro aprendo spazi anche per i compagni. Dopo la vittoria di Kiev, un successo contro il Barcellona sconfitto nel Clasico spingerebbe la Juventus in un cammino in discesa almeno in Champions League, in attesa di recuperare la strada perduta in campionato. Le assenze di CR7, De Ligt, Alex Sandro, McKennie e Chiesa non possono essere sottovalutate, ma è evidente che la Juventus sia ancora un cantiere, alla ricerca di soluzioni diverse. Lo spostamento di Bonucci nell’uscita difensiva, la collocazione ideale di Kulusevski, uno dei migliori giocatori di quest’inizio di stagione, le soluzioni per gli esterni di fascia. Una ricerca dell’identità che ha regalato prestazioni molto deludenti come quelle di Roma e Crotone, altre decisamente più entusiasmanti come a Kiev o negli ultimi venti minuti della sfida contro il Verona.
Il Barcellona è un test spartiacque, la sfida contro Messi può aumentare le incertezze della Juventus o dare entusiasmo al progetto che sta provando a costruire Pirlo alla sua prima esperienza in panchina.