Inaspettato. Questo può essere l’aggettivo che meglio fotografa l’avvio di stagione dell’Inter, sia dal punto di vista dei tifosi, che da quello della società e, in ultimo ma non per importanza, dell’allenatore. Cinque punti di distacco dal Milan capolista, un derby perso dopo quattro anni di imbattibilità – almeno in campionato – l’ultimo posto in un girone di Champions League sicuramente più abbordabile rispetto ai due precedenti, una difesa colabrodo. Tutto questo è la base dell’iceberg emerso nelle ultime due sfide in cui si è vista una squadra totalmente assente, salvo per uno scatto d’orgoglio nella mezz’ora finale del match contro il Torino.
Buona parte dei tifosi, finora piuttosto compatti intorno al mister, ora vogliono la testa di Antonio Conte, reo di non essere più lo stesso dello scorso anno quando si faceva sentire sia in campo che davanti alle telecamere. Ed i risultati gli davano ragione, visto il secondo posto (miglior piazzamento degli ultimi nove anni) e la finale di Europa League persa per uno sfortunato autogol. L’hashtag #ConteOut è stato in tendenza durante e dopo la (non) partita contro il Real Madrid, al pari di #Eriksen. Anche l’incapacità di trovare una sistemazione tattica al danese e le continue panchine che gli vengono relegate sono alla base dell’astio che i tifosi nerazzurri ora provano nei confronti di Conte.
Diverso, almeno nelle dichiarazioni di facciata, è il discorso per quanto riguarda la società. L’ad Beppe Marotta, che ha scommesso sul tecnico salentino quando in panca sedeva ancora – senza demeriti – Luciano Spalletti, ha sempre difeso l’allenatore e le parole su Eriksen prima della sfida contro il Torino sono la prova che tra un giocatore e l’allenatore viene scelto il secondo. É innegabile che un esonero sia impensabile ed insostenibile per le casse nerazzurre. L’Inter, infatti, oltre ai dodici milioni netti che deve a Conte fino a Giugno 2022, versa anche cinque milioni a Spalletti, che intanto si gode la campagna toscana. Allo stesso modo, le voci secondo cui Conte sarebbe disposto a dimettersi, accontentandosi di una buonuscita, qualora i risultati non fossero quelli previsti, sono da considerarsi infondate.
Intanto, la squadra è tornata sul campo di Appiano Gentile per preparare la cruciale sfida contro il Sassuolo, che aprirà la nona giornata di Serie A. E c’è una novità: il tecnico ha provato la difesa a quattro, non prima di aver rimproverato il suo pupillo Arturo Vidal per aver lasciato la squadra in dieci nel match di Champions. A fine allenamento, inoltre, l’allenatore – come già avvenuto negli spogliatoi mercoledì – ha parlato singolarmente con tutti i calciatori. Tornando al modulo, domani si potrebbe vedere in campo un’Inter inedita. Resta da capire se con un centrocampo a rombo – ed in questo caso tornerebbe utile Eriksen – oppure con un più canonico 4-4-2 che esalterebbe gli esterni e fornirebbe più compattezza, caratteristica venuta meno finora.
Quel che è sicuro è che l’Inter ha bisogno di una scossa e di una svolta, per non gettare via un altro, l’ennesimo, progetto tecnico, senza aver messo in bacheca alcun trofeo.