Inter, Carlos Augusto: “Inter, un onore. Ronaldo mi ha ispirato”
Il terzino dell’Inter Carlos Augusto si è raccontato in un’intervista: dai suoi mentori, al passaggio in Italia fino all’arrivo in nerazzurro.
Un inizio di stagione niente male quello di Carlos Augusto con la maglia dell’Inter. Arrivato quest’estate dal Monza, il terzino brasiliano ha ricoperto un ruolo da comparsa, vista la folta concorrenza, ma quando è stato chiamato in causa ha sempre fatto bene e non ha deluso le aspettative. Il giocatore si è raccontato al match day programme ufficiale della società nerazzurra. Ecco le sue parole.
Inter, parla Carlos Augusto
Gli inizi: “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.
L’esordio nel Corinthias: “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.
L’arrivo in Italia, dal Monza all’Inter: “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.