Infortunio Berardi, operazione riuscita: i tempi di recupero
Berardi Infortunio – L’intervento al tendine d’Achille destro è perfettamente riuscito: i tempi di recupero dell’esterno del Sassuolo.
Il rientro in campo domenica contro il Verona dell’attaccante del Sassuolo Domenico Berardi, dopo l’infortunio muscolare al menisco che l’aveva tenuto fuori nelle precedenti sei partite, è stato da incubo: l’ala destra neroverde, infatti, si è fatto nuovamente male, questa volta lesionandosi il tendine d’Achille della gamba destra per controllare un pallone sul rinvio errato di Montipò.
Berardi ha posizionato male la gamba e si è subito accasciato a terra, per poi essere soccorso dallo staff medico del Sassuolo e lasciare il campo visibilmente scosso, con l’ausilio di due membri dello staff che lo hanno tenuto a braccio.
Si temeva il peggio, e gli esami strumentali hanno confermato il gravissimo infortunio. Questa mattina, come comunicato dal club emiliano sul proprio sito ufficiale, Berardi si è sottoposto a un intervento chirurgico per riparare la lesione e poter cominciare l’iter di recupero, che non sarà affatto breve.
Di seguito, il comunicato del Sassuolo: “Il calciatore Domenico Berardi, accompagnato dal Dr. Riccardo Saporiti, si è sottoposto in data odierna ad intervento chirurgico di riparazione, mediante tenoraffia, della lesione del tendine d’Achille destro. L’operazione, effettuata presso la “Casa di Cura Toniolo” di Bologna dal Prof. Stefano Zaffagnini, è perfettamente riuscita“.
Infortunio Berardi, i tempi di recupero: parla l’esperto
Per infortuni del genere è sempre difficile stabilire dei tempi di recupero certi, perché molto dipenderà dalla risposta del corpo al problema fisico. A provare a ipotizzare una prima tempistica ci ha pensato La Gazzetta dello Sport, che ha intervistato il dottor Loris Perticarini, ortopedico e traumatologo dell’unità di Traumatologia dello Sport e Chirurgia Protesica Robotica della Fondazione Poliambulanza di Brescia. Di seguito, le sue dichiarazioni ai microfoni della Rosea:
“Ogni fisico risponde in maniera diversa. Quando abbiamo operato Zanetti, nel 2013, dopo sei mesi era in campo. Mentre Spinazzola, per fare un altro esempio, è stato fuori nove mesi, la tempistica più frequente in questi casi. Dipende soprattutto da come risponde il tendine al programma riabilitativo. Il tendine del giocatore dovrà essere completamente immobilizzato per 15 giorni e non potrà neanche appoggiare il piede. Poi gli verranno tolti i punti e potrà cominciare la riabilitazione in acqua e il ‘carico’ progressivo dell’arto con un tutore per i primi giorni. Bisogna recuperare forza nel tendine e mobilità della caviglia, evitando che il tendine si allunghi, oltre al lavoro su tutti gli altri muscoli dell’arto inferiore. Poi via via si faranno gli altri step fino a riprendere la corsa dopo 4-6 mesi a seconda della forza recuperata nel lato operato. Chiaramente in tutto questo è fondamentale mantenere la parte aerobica e la muscolatura del resto del corpo“.