Champions League

Indossa l’abito buono anche a Carnevale: questo Napoli non è (più) in maschera

I quarti di finale di Champions, dopo la notte di ieri, sono ipotecati, e inoltre l’ampio vantaggio in Serie A potrebbe permettere al tecnico degli azzurri di organizzare il turnover in modo da schierare i migliori elementi nelle notti europee. Spalletti è pompiere orgoglioso, predica calma, ma in fondo ci crede anche lui, in questo momento è la migliore squadra d’Europa. Sognare (diventa ed) è lecito. Il Napoli che vince la Champions non è più mera fantasia: oggi è sempre più concreta, ma ci vuole molta calma…

Indossa l’abito buono anche a Carnevale: questo Napoli non è (più) in maschera

Una notte, l’ennesima, da grande Napoli. La formazione di Luciano Spalletti domina a Francoforte e ipoteca la qualificazione ai quarti della coppa dalle grandi orecchie. Dopo una prima mezz’ora tosta ed equilibrata, con i tedeschi a fare partita alla pari, gli azzurri mettono in scena il solito spettacolo. Lozano colpisce il palo, Kvara fallisce un rigore procurato con astuzia da Osimhen, che poi sblocca il match e raddoppia, ma in fuorigioco.

Il Napoli rientra benissimo in campo dopo l’intervallo e domina: l’espulsione diretta della star tedesca Kolo Muani spegne le velleità dell’Eintracht. Sì, perché Di Lorenzo segna il 2-0 dopo una splendida azione, chiusa dall’assist di tacco del “redento” georgiano e dal sinistro in buca d’angolo del capitano. Nel finale il Napoli si rilassa un po’, ma non si scompone. L’Eintracht dovrà fare l’impresa al Maradona, senza Kolo Muani.

Sembrava un Napoli addirittura timoroso e invece era solo una squadra arguta. Che ha saputo aspettare e prendere le misure alla compagine tedesca. Eintracht all’italiana, Napoli alla finestra, attendista, aspetta il soffio del vento, il ritmo da impostare, lo start della giostra. Un fattore? Si accende Lobotka, si illumina il Napoli: un gruppo che sa quando alzare i ritmi e quando abbassarli, impostato per arrivare fino in fondo. Senza dimenticare il leone d’Africa Frank Anguissa e tutto il resto della compagine di bianco vestita. E dalla Germania ne sono certi: “Anche lo spirito santo del calcio deve essere rimasto sorpresi dal fatto che questa partita si sia effettivamente giocata – scrive il Süddeutsche Zeitung -. C’era motivo di scetticismo fino alla fine, perché non molto tempo fa l’Eintracht di Francoforte era ancora un club tradizionale simile a una diva che stava affrontando una crisi di mezza età tra mediocrità e necessità di retrocessione”. Invece in due o tre anni l’Eintracht Francoforte, “la diva del Meno, ha raggiunto uno status così rapido che martedì sera ha potuto affrontare i semidei azzurri, la capolista della Serie A italiana”. Come dargli torto… La dominatrice della Serie A manda un segnale a tutti anche a Francoforte.

 

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Published by
Andrea Fiorentino