In viaggio con CIP – PAOK, la squadra che unisce

Paok Thessaloniki players celebrate with the trophy after winning the Greek Cup final football match between AEK Athens and PAOK Thessaloniki in Panthessaliko stadium in Volos on May 6, 2017. Paok beat Aek 2-1. / AFP PHOTO / SAKIS MITROLIDIS (Photo credit should read SAKIS MITROLIDIS/AFP via Getty Images)

Salonicco è la seconda città più abitata della Grecia dopo Atene. Il suo porto, le sue industrie e la sua posizione strategica rispetto alle arterie autostradali ne fanno un importante centro economico e commerciale.
Non di meno, la presenza dell’Università Aristotele, la più grande della Grecia, e dell’Università di Macedonia fanno di Salonicco uno dei maggiori poli culturali del Paese.

Passeggiando fra le sue strade, impreziosite da monumenti e da opere d’arte riconosciute dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, si respira un’aria densa di Storia.

Situata nella regione della Macedonia, affacciata sul mare, Salonicco (in passato nota come Tessalonica) viene fondata intorno al 315 a.C. da Cassandro I di Macedonia e, nel corso dei secoli, vede avvicendarsi sul suo territorio: Macedoni, Romani, Bizantini, crociati, Veneziani, Ottomani, Ebrei e naturalmente Greci, che ne impregnano la cultura e gli stili artistici.

L’imprevedibilità della Storia ha voluto che, in una città capace di accogliere culture così disparate, proprio un gruppo di greci abbia avuto difficoltà ad integrarsi. Il fattore scatenante, come spesso accade nella Storia, è stata una guerra.

La Catastrofe dell’Asia Minore

È il 1919. Dopo la disgregazione dell’Impero ottomano la Grecia e la nascente Turchia di Mustafa Kemal “Atatürk” si contendono l’Anatolia. Si scatena un conflitto, la guerra greco-turca, che dura fino al 1922 e si conclude con la vittoria turca. La dominazione turca in Anatolia costringe un milione e mezzo di ellenici, che vi vivevano da generazioni, all’esodo verso la Grecia. L’evento viene denominato dai greci: “Catastrofe dell’Asia Minore”. Gran parte dei profughi si stabilisce a Salonicco, che si guadagna il soprannome di “capitale dei rifugiati”. Per gli sfollati l’impatto con la città non è facile: i traumi della guerra sono vivi e c’è la sensazione di non essere graditi dai tessalonicesi. Serve qualcosa che unisca. Fra gli esuli ce ne sono alcuni cresciuti tra le fila dell’Hermes Sports Club, una squadra creata dai greci a Pera, quartiere ellenico di Costantinopoli, ed è a questi che viene l’idea di fondare una nuova squadra nella città, aperta sia ai tessalonicesi che ai rifugiati.

Nasce il PAOK

Viene fondato quindi, nel 1926, il Panthessalonikeios Athlītikos Omilos Kōnstantinoupolitōn, cioè il Club Atletico Pan-tessalonicese dei Costantinopolitani, abbreviato in PAOK. Il primo stemma è composto da un ferro di cavallo e un quadrifoglio, successivamente diventa un’aquila bicefala, evidente richiamo all’Impero bizantino e a Costantinopoli, affinché sia sempre vivo il ricordo delle origini del club. Il PAOK inizia a disputare il campionato regionale della Macedonia, affermandosi sempre più a scapito degli altri due club di Salonicco, l’Iraklis e l’Aris.
Nel 1937 arriva la prima vittoria nel campionato regionale e la prima partecipazione al campionato nazionale, nel 1939 la prima finale di Coppa di Grecia, persa con l’AEK Atene per 2-1. L’ascesa del PAOK ai vertici del calcio greco viene interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale; Nikos Sotiriadis e Giorgios Vatikis, rispettivamente portiere e terzino sinistro del PAOK, perdono la vita al fronte.

L’ascesa e la crisi

Gli anni del dopoguerra sono ricchi di soddisfazioni per i bianconeri: dopo i successi del 1948 e del 1950 nel campionato macedone, sotto la spinta del trio Kouiroukidis-Papadakis-Yentzis il PAOK si aggiudica quattro titoli regionali di fila, dal 1954 al 1957. Nel 1959 il club disputa la prima partita nella sua nuova casa, lo stadio Toumba, ed entra a far parte del neonato campionato greco.

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Per trovare nuovi successi bisogna attendere gli anni ’70, quando il PAOK si aggiudica due Coppe di Grecia (1972 e 1974) ed il suo primo campionato greco (stagione 1975-76), poi bissato nella stagione 1984-85. Contestualmente i bianconeri si affacciano in Europa, partecipando alla Coppa dei Campioni, alla Coppa UEFA e alla Coppa delle Coppe.

Come gli anni ’60, anche i ’90 sono avari di trionfi e per vincere due nuovi titoli il PAOK deve aspettare la presidenza di Thomas Voulinos, che riporta i bianconeri in Europa (dove ottengono una sorprendente vittoria contro l’Arsenal nei trentaduesimi di Coppa Uefa) e ad un duplice successo in Coppa di Grecia (2001 e 2003).

Si apre a questo punto un periodo di grande crisi finanziaria per il PAOK.

I nuovi successi e la presidenza Savvidis

Dopo le presidenze degli ex calciatori Zagorakis e Vryzas arriva    l’homo novus, Ivan Savvidis, uno degli uomini più ricchi della Russia. Imprenditore nato in Georgia, di origini greche, attivo anche in politica come parlamentare vicino a Vladimir Putin, Savvidis ripiana i debiti del club ed avvia un progetto per renderlo nuovamente competitivo.

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La tifoseria del PAOK, non certo la più tranquilla del mondo, freme, intravede la possibilità di vincere quel titolo che dal 1988 è proprietà esclusiva delle squadre ateniesi. Come spesso accade, i primi tentativi non vanno a buon fine. Savvidis ingaggia come direttore sportivo l’ex Chelsea e Tottenham Frank Arnesen e affida la panchina a Igor Tudor, ma i risultati non arrivano ed entrambi vengono sollevati dall’incarico.
Poi nel 2017 finalmente qualcosa si sblocca, i bianconeri si aggiudicano la Coppa di Grecia. Per la stagione successiva si punta alla doppietta, ma in campionato succede qualcosa che definire assurdo è un eufemismo: l’11 marzo 2018 durante la sfida contro l’AEK Atene viene annullato un gol al PAOK per fuorigioco; Savvidis entra in campo armato di pistola per protestare contro l’arbitro. Scoppia il caos, il campionato greco viene momentaneamente sospeso e Savvidis viene squalificato per tre anni. La stagione bianconera si conclude comunque con la seconda vittoria consecutiva in coppa.

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Ora o mai più

La stagione 2018-19 deve essere quella buona. E lo è.              26 vittorie, 4 pareggi e 0 sconfitte consegnano al PAOK il terzo titolo greco, ponendo fine a 21 anni di egemonia ateniese in campionato. Pochi giorni dopo arriva anche il terzo successo di fila in coppa, è il trionfo per i ragazzi guidati dal figlio d’arte Răzvan Lucescu

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L’annata 2019-20 non porta successi né in campionato, dove i bianconeri si classificano comunque al secondo posto, né in coppa, dove escono in semifinale, né tantomeno in Europa, con il PAOK eliminato sia nel terzo turno preliminare della Champions League sia negli spareggi di Europa League.

Oggi…

Siamo alla stagione in corso, il PAOK in Europa League dopo due partite ha due punti nel girone con PSV, Granada e Omonia Nicosia, mentre in campionato dopo cinque gare lo score è di due vittorie e tre pareggi. In testa alla classifica della Super League, il campionato greco, a sorpresa ci sono i rivali dell’Aris Salonicco, a cui sicuramente i bianconeri non vorranno rendere la vita facile. Sarà una stagione tutta da vivere per i ragazzi ed i tifosi del PAOK, ai quali quell’aquila nello scudetto rammenta sempre l’origine della loro squadra, nata in anni difficili per risollevare un popolo stravolto dalla guerra, che aveva bisogno di unità.

E, per unire, non c’è niente di meglio dello sport!