Amici nella vita, nemici in campo. Questa la storia di Ciro Immobile e Andrea Belotti. Tante volte gli stessi protagonisti o persone vicine a loro hanno parlato di una bella amicizia tra i due attaccanti della Nazionale.
L’ultimo a parlarne è stato proprio il CT, Roberto Mancini. Una Nazionale che li vede in lotta per il posto di attaccante titolare. Nemici, come quest’oggi, nella sfida tra Torino e Lazio. Una sfida in cui i gol saranno ancor più importanti per provare a staccare l’amico nella corsa all’Europeo della prossima estate.
Eppure, come si dice nelle favole, ci fu un tempo in cui i due amici non dovevano lottare, non erano nemici, bensì compagni. No, non compagni di squadra come in Nazionale, ma partner d’attacco. L’uno al fianco dell’altro.
Era il gennaio del 2016. Ciro Immobile aveva appena passato la prima parte di stagione al Siviglia. La sua seconda esperienza estera dopo aver lasciato Torino. I granata, infatti, dopo una stagione incredibile che l’aveva visto elevarsi a capocannoniere della Serie A, l’avevano ceduto a una delle squadre più forti in quel momento, il Borussia Dortmund. Non andò bene, però, nè in Germania nè in Spagna.
Immobile, dunque, si trovava sfiduciato, in pochi continuavano a credere in lui e, così, per ritrovare titolarità e affetto decise di tornare a casa, al Torino. Il Toro, d’altra parte, in quel momento si trovava in difficoltà e aveva bisogno di un attaccante. Era reduce, infatti, da tre sconfitte consecutive e da una polemica con il capitano e bomber della squadra, Fabio Quagliarella (ceduto alla Samp durante la stessa sessione invernale) per la mancata esultanza contro il Napoli. A questo si aggiungeva, inoltre, una scarsa vena realizzativa dell’altra punta titolare della squadra, Maxi Lopez.
Per la prima partita di ritorno, i granata affrontavano il Frosinone neopromosso. Ventura scelse di cambiare l’attacco, affidandosi al suo pupillo e figliol prodigo, Ciro Immobile e al giovane Andrea Belotti. Quest’ultimo era alla sua prima stagione al Torino. Era stato, infatti, acquistato in estate dal Palermo dove, seppur da seconda linea, aveva mostrato di avere delle potenzialità.
Quelli che sarebbero poi diventati amici e compagni in Nazionale diedero vita a una prestazione da gemelli del gol. Tre gol in due (1 Immobile, 2 Belotti) e tre punti. Più di ogni altra cosa, però, la sensazione di trovarsi a meraviglia.
Una sensazione che proseguì per tutto il girone di ritorno, in cui i due trascinarono il Torino fuori dalla crisi, portandolo a un tranquillo 12esimo posto finale. Una posizione raggiunta a suon di gol. Immobile chiuse, infatti, con 5 gol, mentre il Gallo, con l’ex Dortmund a fianco, siglò ben 11 reti.
Quello fu solo l’anteprima di ciò che successe nella stagione successiva, quando Belotti esplose definitivamente e si impose come uno dei migliori attaccanti azzurri, segnando 26 gol. Una stagione, tuttavia, in cui non c’era più il suo amico Immobile al suo fianco, passato alla Lazio, dove avrebbe macinato record su record.
Nonostante il distacco, tuttavia, l’amicizia che si creò in quei mesi tra gennaio e giugno 2016 rimane forte. Un’amicizia che, per 90 minuti, si tramuterà in sana competizione. D’altronde questa è la storia degli amici-nemici Immobile e Belotti.