Viva il var! Per una volta, dopo settimane, mesi, anni di polemiche, critiche e dubbi, il Var ha dimostrato perché è necessario. A patto, ovviamente, di usarlo bene. Seguendo i protocolli, per carità, ma anche il buonsenso e, soprattutto, la comunicazione. Ieri sera, a San Siro, Fabio Maresca, l’arbitro scelto per Milan-Torino, non è stato certo il migliore in campo.
Le due topiche più evidenti sono sui rigori. Non giudica da penalty l’intervento di Belotti su Brahim Diaz dentro l’area granata. E, al contrario, considera da massima punizione quello di Tonali su Verdi. In entrambi i casi, Marco Guida, dal Var, richiama il collega, invitandolo a rivedere le immagini. Ed è qui che Maresca si redime. Senza paura di smentire se stesso, con la giusta umiltà, va al monitor e fa marcia indietro.
Così si fa, così possiamo tutti riappacificarci con la tecnologia, vituperata e troppo spesso usata male: viva il Var, lo ribadiamo. Anche se il nostro entusiasmo non è condiviso da tutti, anzi. L’apertura della Gazzetta dello Sport di oggi, parla di un “Maresca nel caos”. Per carità, gli errori sui rigori sono gravi, e non sono neanche gli unici della partita di ieri sera. Però, che senso ha raccontare i passi indietro di un arbitro incerto in chiave negativa? La conduzione di ieri, al contrario, ha riconsegnato al Var il suo senso ed il suo protagonismo. Senza togliere nulla alle due contendenti.
Certo, sull’intensità dell’intervento di Belotti, così come sul movimento di Tonali, si può discutere per ore. Senza mai trovare una convergenza. Il calcio è bello anche per questo, per la totale impossibilità di dare un parere oggettivo. Da una parte perché siamo tutti tifosi, per quanto proviamo a convincerci del contrario. Dall’altra, perché è difficile prendere una decisione, per noi come per qualsiasi arbitro. Compreso Maresca, che ieri ha avuto il coraggio di andare al monitor e cambiare idea, valutando le immagini e decidendo di conseguenza. Grazie al Var, per una volta usato bene. Viva il Var!