Il sogno diventato incubo del Malaga dello sceicco
“Il club è stato costretto a prendere decisioni difficili negli ultimi mesi. Questa volta, la ristrutturazione interesserà direttamente il personale della prima squadra maschile. Questa nuova ristrutturazione si aggiunge al piano economico che mira a sollevare la società dalla difficile situazione finanziaria in cui continua a trovarsi nonostante i recenti sforzi. Il club è costretto a fare questo passo per il bene della società, e si aspetta che abbonati e tifosi capiscano e supportino questo nuovo sforzo, il cui unico obiettivo è quello di creare una struttura accettabile e competitiva.” Poche, fredde parole che condensano un vero e proprio dramma sportivo. L’ultimo atto (per ora) del sogno diventato incubo di e del Malaga dello sceicco Al Thani. Una città e una squadra che hanno creduto di poter toccare il cielo con un dito, prima di un risveglio precoce e fin troppo brusco.
L’ascesa
Tutto ha inizio a giugno del 2010. Lo sceicco qatariota Abdullah bin Nasser bin Abdullah Al Ahmed Al Thani acquista il Malaga per circa 36 milioni di euro. Un prezzo ragionevole per un club di modesta tradizione. Nella loro travagliata storia, i Boquerones (“le acciughe”) hanno fatto la spola tra prima e seconda divisione del calcio spagnolo, con qualche parentesi in terza. Nella bacheca del club trovano posto solamente la Copa Presidente FEF del 1940 e la Coppa Intertoto del 2002. Lo sbarco di uno sceicco in Costa del Sol, dunque, fa sognare i tifosi. E Al Thani non bada a spese.
Per la prima sessione di calciomercato spende 20 milioni, senza incassare nulla dalle cessioni. A Jesualdo Ferreira consegna così una rosa di discreto livello, ma che il tecnico non riesce a valorizzare. Esonerato il portoghese, Al Thani porta a Malaga un allenatore come Manuel Pellegrini. A gennaio, poi, la squadra viene rafforzata dagli innesti di Demichelis, Julio Baptista, Asenjo, Camacho e Maresca. Alla fine della stagione, per il Malaga arriva un 11° posto che fa comunque ben sperare per il futuro. Un futuro che, ad agosto del 2011, appare sempre più roseo. Stavolta Al Thani esagera. Spende 60 milioni di euro per un mix di veterani e giovani di talento. Arrivano, tra gli altri, Van Nistelrooy, Joaquin, Buonanotte, Monreal, Toulalan, Cazorla e Isco. Una campagna acquisti faraonica cui, a gennaio, si aggiunge anche Kameni. E i risultati, finalmente, arrivano: i bianquiazul si piazzano quarti in Liga, conquistando i preliminari di Champions League.
L’inizio della fine
Alla fine di luglio del 2012, però, succede qualcosa. Improvvisamente, Al Thani dice di volersi disimpegnare dal club che ha acquistato solo due anni prima. Una decisione che nasconde screzi con le autorità spagnole sulle concessioni per enormi investimenti edilizi in Costa del Sol. Da questo momento il sogno del Malaga dello sceicco inizia a sgretolarsi. Quell’estate arrivano calciatori come Santa Cruz e Saviola, ma siamo comunque al di sotto degli standard dell’anno precedente. Nonostante Al Thani, c’è comunque una stagione da onorare, e la squadra di Pellegrini ci prova. In Champions League si ferma solamente ai quarti di finale, eliminata dal Borussia Dortmund di Klopp. In campionato si piazza invece sesta, centrando l’Europa League. A rovinare la festa blanquiazul arriva però la UEFA, che esclude il Malaga per “mancati pagamenti ad altri club”.
A questo punto, lo smantellamento del Malaga diventa definitivo. Nell’estate del 2013 partono Isco, Toulalan, Joaquin, e lo stesso Pellegrini (che accetta la panchina del Manchester City di Mansur, cugino proprio di Al Thani), sostituito da Bernd Schuster. Contemporaneamente arriva il colpo di grazia per la proprietà di Al Thani: le autorità spagnole non concedono allo sceicco le autorizzazioni per un investimento edilizio da ben 400 milioni.
Sogni infranti…
Le successive tre stagioni sono una lenta discesa all’inferno. Insieme agli addii dei migliori calciatori, sotto la gestione di Javi Garcia arrivano un 11°, un 8° e un 9° posto. Nel 2018 arriva infine la retrocessione in Segunda Division. A questo punto, la situazione del Malaga è drammatica. Il bilancio blanquiazul è in passivo di oltre 50 milioni, gravato da una rosa di 38 elementi e, soprattutto, dall’11° monte ingaggi di Spagna. Il sogno dei Boquerones si è infranto.
Al Thani, intanto, si sfila sempre di più. Ad agosto del 2019, ai microfoni di Marca, si lamenta di quanto gli sia costato il Malaga. “Ho perso tutti i miei investimenti, quasi 200 milioni – dice – e tutto per la cattiva gestione del club. Tre anni fa ho detto che saremmo ripartiti da zero, ed è quello che stiamo facendo”. Detto, fatto. In meno di un mese, la rosa del Malaga viene ridotta a 17 elementi, la maggior parte dei quali gioca al minimo sindacale.
…e storie assurde
Ma la vicenda più incredibile dell’estate 2019 è quella di Shinji Okazaki. Arrivato a parametro zero, l’ex Leicester fa breccia nei cuori dei tifosi blanquiazul già dopo le prime amichevoli. Presto, però, il club si rende conto di non potersi permettere il suo stipendio. Okazaki accetta il minimo sindacale pur di restare in Costa del Sol, ma una regola della Liga gli impedisce di farlo, ed è dunque costretto a risolvere il suo contratto prima dell’inizio del campionato. Ma alla storia di Okazaki se ne aggiunge presto una, se possibile, ancora più assurda A gennaio, l’allenatore Victor Sanchez del Amo è vittima di un ricatto a luci rosse. Un hacker minaccia infatti di diffondere un video hard che lo vede protagonista, chiedendo un riscatto in bitcoin. Sanchez non cede e il video finisce in rete, ma, invece di ricevere supporto dal club, viene sospeso e poi esonerato.
Che ne sarà del Malaga?
A febbraio, gli azionisti del Malaga, infuriati per la situazione del club, denunciano lo sceicco qatariota per appropriazione indebita e infedeltà patrimoniale. Secondo loro, lo sceicco avrebbe prelevato dalle casse del club oltre 7 milioni di euro per le spese personali sue e dei suoi figli. Tra gli azionisti del Malaga c’è anche l’amministrazione cittadina, e per questo la reazione delle autorità è immediata. Acquisiti i documenti incriminati, la magistratura sottrae il club ad Al Tahni e nomina un amministratore giudiziario incaricato di risanare un decennio di gestione scriteriata. Emettendo infine, lo scorso 24 agosto, il comunicato che apre questo articolo.
Cosa sarà del Malaga, che ha terminato la stagione 19/20 al 14° posto in Segunda, dipenderà dall’esito della battaglia legale tra Al Thani e gli azionisti blanquiazul. L’epilogo (forse) di una vicenda tanto incredibile quanto amara per il Malaga e i suoi tifosi, passeggeri inermi di un corsa folle verso l’autodistruzione.