Il sogno della Croazia: la finale della vendetta a Qatar 2022

Il sogno della Croazia: la finale della vendetta a Qatar 2022

(Photo by JEWEL SAMAD/AFP via Getty Images)

Alle 20 di domani sera la Croazia affronterà l’Argentina per conquistare la finale di Qatar 2022. Sarebbe la seconda volta consecutiva per la nazionale balcanica. Se nel 2018 fu una sorpresa, ma la squadra era senza dubbio temuta e ambiziosa, oggi nessuno avrebbe potuto prevedere questo traguardo. La Croazia di Dalic è arrivata a questo Mondiale con la consapevolezza di essere a fine ciclo. Qatar 2022 era l’ultimo ballo designato per Modric, Perisic, Vida, Lovren e forse Brozovic se si parla di Mondiali. Gli ultimi leader di quel gruppo che aveva accarezzato il sogno a Mosca. Negli ultimi anni, infatti, hanno salutato i vari Mandzukic, Rakitic, Subašic, Corluka e Badelj tra gli altri. Non è la sola la Croazia. C’era il Belgio, ad esempio, nello stesso girone. Tuttavia, se la generazione d’oro belga ha deluso oltre le aspettative, la Croazia ha saputo esprimersi in un’idea di gioco, in alcuni valori che trascendono il calcio, in uno spirito che supera la tecnica.

(Photo by Alex Pantling/Getty Images)

Croazia, la vera squadra europea di Qatar 2022

I leader

La nazionale di Dalic tecnicamente non è tra le prime in Europa. La Francia, l’Inghilterra e la Spagna sulla carta sono di un altro livello. La Croazia ha un solo reparto dove fa la differenza: il centrocampo. Luka Modric dimostra anno dopo anno che il Pallone d’Oro del 2018 non fu un caso. Un vero e proprio artista il centrocampista del Real Madrid, un leader che non urla, ma fa parlare i piedi. Marcelo Brozovic ha imparato molto vicino a lui e quella calma olimpica che lo contraddistingue permette alla Croazia di non sprecare mai nulla, nè nella corsa nè nel fraseggio. Mateo Kovacic ha qualità e l’esperienza di un giocatore che si è sempre trovato in club vincenti. La mentalità non si compra. Poi c’è il guerriero d’attacco: Ivan Perisic. Con la Croazia è sempre esterno alto, ma gli ultimi anni lo hanno reso un uomo fondamentale in entrambe le fasi. Perisic è il leader carismatico, forse l’unico attaccante in grado di impensierire davvero gli avversari.

I sottovalutati

Poi c’è l’altra squadra, quella sottovalutata da tutti. Quella composta dal portiere della Dinamo Zagabria Livakovic, l’uomo decisivo ai rigori, da Gvardiol del Lipsia che ora è nella lista di tutti i top club, di Juranovic che a destra sta rendendo ad alto livello e di Borna Sosa che completa a sinistra. Non sono loro, però, ad aver fatto escludere i croati da tutti i pronostici: è l’attacco. Guardando i nomi, eccetto Kramaric dell’Hoffenheim già presente nel 2018, gli altri sono vecchie meteore del calcio italiano. Budimir fece sognare Crotone, Livaja non rispettò le attese delle giovanili con l’Inter e Petkovic mostrò qualcosa di buono solo a Trapani, poi molto male a Bologna e Verona. Effettivamente, un calo tecnico importante da Russia 2018. La Croazia, però, trova il suo segreto nell’essere squadra. Tutti si fanno trovare pronti come Pasalic, Vlasic, Orsic e Majer che si alternano sulla trequarti. Lo spirito di chi sa cosa vuol dire partire dal nulla e che non vuole gettare al vento ciò che ha conquistato.

(Photo by INA FASSBENDER/AFP via Getty Images)

Il segreto

La sfida contro l’Argentina sarà ardua. La Croazia, però, ha dimostrato di saper attendere e di saper punire. Gli uomini di Dalic non mollano mai. Perchè solo con la tenacia un paese di meno di 4 milioni di abitanti, indipendente dal 1991 e con una guerra sanguinosa alle spalle, può arrivare a sognare la gloria.