Il nuovo Benevento, l’analisi con Pasquale Ciambriello

Il nuovo Benevento, l’analisi con Pasquale Ciambriello

OneFootball - (Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

Nonostante i recenti risultati non eccelsi, è innegabile che la nuova veste del Benevento si discosti, in modo marcato, da quella della “vittima sacrificale” che avvolgeva “Le Streghe” al loro esordio in Serie A nella stagione 2017/18. Lo dicono i numeri, lo dicono le tappe dei differenti percorsi, ma non solo. Lo dice soprattutto l’entusiasmo e, innegabilmente, la crescita di un progetto partito da lontano che, senza dubbi, sta volgendo a favore del presidente Oreste Vigorito. Grazie al fondamentale contributo di Pasquale Ciambriello, si può condurre un’analisi approfondita di tutti gli aspetti relativi alle prospettive presenti e future, che ruotano attorno al Benevento.

Che non fosse lo stesso Benevento di due anni fa, lo si è appurato già dalla prima giornata di campionato. Nella stagione 2017/18 ci vollero 15 giornate, affinché i giallorossi conquistassero il primo punto in Serie A. La partita che portò al primo punto è diventata quasi iconica: quel mirabolante 2-2 in casa con il Milan, propiziato da gol di Brignoli all’ultimo respiro. Quest’anno la squadra di Inzaghi ha messo in chiaro le cose da subito, conquistando i tre punti alla prima di campionato contro la Sampdoria. Ma andiamo con ordine, cercando di analizzare a ritroso il percorso del Benevento, partendo dalle noti dolenti, come l’ultima pesante sconfitta con lo Spezia.

L’inattesa mancanza di spirito dopo le buone prestazioni

A tal proposito Ciambriello asserisce: “Contro lo Spezia, per la prima volta in stagione, è mancato proprio il Benevento stesso. Non si è visto quello spirito battagliero tipico dei giallorossi. Le sensazioni sulla stagione restano buone, anche se c’è da dire che il Benevento non vince da più di un mese. Al di là del risultato, però, si è sempre vista una reazione importante che contro lo Spezia è mancata. L’unica reazione si è vista sul palo di Lapadula e sulla grande occasione di Sau. Troppo poco però. Ho trovato sbagliato l’approccio, fisicamente e psicologicamente. Paghiamo anche un po’ gli episodi perché, inevitabilmente, c’è da dire che alla prima grande occasione hanno segnato. Oltre ad essere stata la prima partita senza gol, ribadisco che è stata finora l’unica partita senza il vero atteggiamento del Benevento”.

Passaggio a vuoto o campanello d’allarme?

Questa sosta potrà certamente permettere al Benevento di ripartire dalle sue certezze. Quelle certezze che, in questo avvio di stagione, hanno reso i giallorossi una squadra ostica per chiunque, talvolta penalizzata da risultati eccessivamente larghi che, in alcun modo, potevano sconfessare la grande organizzazione del gruppo di Inzaghi. A questo punto, urge un importante risveglio per il Benevento che, secondo Ciambriello, passa dal lavoro del tecnico e dalla consapevolezza dei propri mezzi, con un’analisi precisa della mentalità dei giocatori: “Inzaghi deve lavorare soprattutto sull’aspetto mentale dei giocatori. La sconfitta con lo Spezia va rivista in questo senso. Nonostante i 20 gol subiti, il Benevento ha sempre offerto buone prestazioni dal punto di vista difensivo. Non parlo nello specifico dei centrali, ma di tutta la manovra collettiva. Io mi auguro e, sono convinto che, questo sia solo un normale passaggio a vuoto stagionale. Anche nel match col Verona, nonostante la sconfitta, il Benevento ha mostrato le sue qualità e, sinceramente, credo che potesse anche vincere la partita”.

Inzaghi riabbraccerà presto i big come Viola e Barba

Presto il Benevento potrà avere a disposizione due giocatori fondamentali, come Nicolas Viola, lontano dai campi per otto mesi. Viola come Barba, un difensore di indubbia esperienza e qualità. A tal riguardo, Ciambriello commenta: “Quello di Barba è un recupero non importante, ma fondamentale. Senza nulla togliere a Glik e Caldirola, Barba è un giocatore che ha fatto benissimo anche prima di Benevento. Parliamo di un giocatore d’esperienza che ha giocato all’Empoli di Sarri, nonché nel campionato spagnolo e tedesco. Già dal suo arrivo a gennaio, si è visto che è un gran giocatore. Oltre all’aspetto difensivo, è un giocatore che dà tante alternative ad Inzaghi: può fare il centrale come il terzino a destra o a sinistra. In base agli altri interpreti, ti può permettere di schierarti col 3-5-2 o il 4-4-2. Non so se potrà giocare da subito ma, sicuramente, può utilizzare questa sosta per recuperare un po’ di forma fisica”.

Su Viola: “Viola è il miglior centrocampista in organico. Ti dà la possibilità di far rifiatare Schiattarella che, lo ricordo, finora le ha giocate tutte. Ha già giocato qualche minuto in Coppa Italia e l’ho visto bene. Lo scorso anno è stato vice capocannoniere della rosa e, senza dubbio, è quel tipo di giocatore che può trovare la giocata vincente da un momento all’altro. Come per il discorso di Barba, ti dà molte possibilità tattiche. Può essere impiegato da mezz’ala o insieme a Schiattarella. Ha dimostrato di rendere ancor di più, quando esonerato da vincoli difensivi. In tal senso, può essere una buona soluzione metterlo nei due dietro la punta, con Dabo ad agire centralmente. Lo aveva dimostrato anche nell’altra stagione giocata in Serie A, quando veniva aiutato difensivamente da Sandro. Il suo recupero è molto importante, anche perché stiamo tutti aspettando di vedere il vero Ionita”.

Quale può essere il migliore assetto del Benevento con tutti gli effettivi

Ciambriello ipotizza l’undici ideale dei giallorossi, una volta recuperata la totalità della rosa, in una precisa analisi tattica delle potenzialità del Benevento: “Credo che il 4-3-2-1 attuale sia la soluzione migliore. Non si può negare che sia il modulo che dia maggiori garanzie. Io credo che, alla lunga, davanti i titolari saranno Iago Falquè, Caprari e Lapadula. In centrocampo non dimentichiamoci anche dell’apporto che può dare Hetemaj, un centrocampista di assoluto rispetto. La società si è mossa bene e ha allestito una rosa che può dare svariate alternative. Sugli esterni hai Foulon e Letizia che sono una certezza, puoi anche giocarti la carta Maggio. Quando recupererà Tuia, si potrà anche provare il 3-5-2, migliorando la fase difensiva e aumentando il filtro a centrocampo. Si possono creare molte coppie, in base all’avversario e alla condizione. Letizia e Barba possono alternarsi, così come Schiattarella e Hetemaj”.

La differenza tra questo Benevento e quello della stagione 2017/18

Attenzione a sottovalutare questo Benevento, come anticipato, profondamente diverso da quello inesperto visto nella stagione 2017/18. Tre anni fa, i giallorossi occupavano l’ultima posizione della classifica. Al momento, seppur a ridosso della zona calda, il Benevento è fuori dalla zona retrocessione. Alla settima di campionato della passata stagione in Serie A, i campani avevano rimediato 7 sconfitte, segnando appena due reti. Oggi la situazione è diversa: lo è stato il percorso d’arrivo fin dalla Serie B, dove il Benevento è stato un vero e proprio rullo compressore. Maggiore esperienza e maggiore convinzione, oltre ad un assetto societario ben strutturato che guarda con fiducia e legittima il solerte lavoro per il futuro delle Streghe. Su tale aspetto del Benevento, l’analisi di  Ciambriello non lascia dubbi: “Tre parole: consapevolezza, maturazione e Vigorito. Il Benevento non è più una “cenerentola”. Vigorito ha dimostrato di essere un imprenditore intelligente, ma soprattutto umile. Con grande consapevolezza ha detto di non voler essere, con tutto il rispetto ovviamente, il nuovo modello Sassuolo o Atalanta ma un vero e proprio “modello Benevento”; Vigorito è un grande presidente che sta creando una realtà importante, migliorando il club sia dal punto di vista tecnico che finanziario, infatti il Benevento è una società senza debiti.”

Nuova mentalità

Ciambriello conclude l’analisi sul Benevento, aggiungendo: “Nel 2017/18 eravamo tutti impreparati. Quando per molti anni aspiri alla Serie B, e poi ti ritrovi in Serie A, chiaramente ti trovi spaesato e paghi l’inesperienza. Senza nulla togliere a Di Somma e Baroni, sia chiaro, ma trovo fondamentale anche il cambio di mentalità che si è avuto con Pasquale Foggia e Filippo Inzaghi. Benevento ora è una piazza ambita, non a caso sono stati trattati giocatori importanti come Bonaventura, lusingati dalla chiamata. Se ti chiama Pasquale Foggia e poi Pippo Inzaghi, non puoi rimanere indifferente. Trovo anche fondamentale che la società abbia deciso di confermare il gruppo vincente della B. Troppi stravolgimenti nel 2017. Aver mantenuto l’assetto già costituito ha fatto la differenza, così come l’aver portato ad una struttura vincente e rinnovata. Il Benevento rappresenta un paesino di neanche 60 mila abitanti ma è cresciuto. Bisogna rimanere umili e pensare alla salvezza che non è una chimera come nella stagione 2017/18. I giallorossi possono giocarsela con tutte le rivali”.