Il Napoli fatica a ritrovarsi. L’orgoglio c’è, manca fiducia?

Certo, sono le prime giornate e vanno prese con le pinze. Due indizi non fanno una prova, per carità, ma le gare contro Lazio e Genoa hanno certificato che il Napoli non è più quello della stagione appena trascorsa. Pancia piena? Difficile da credere. Piuttosto è la testa che non va: terza gara su quattro in cui è costretto a rincorrere.

Il Napoli fatica a ritrovarsi. L’orgoglio c’è, manca fiducia?

Il punticino conquistato nel finale a Marassi è poco più di un brodino per una squadra in degenza, che non riesce a ritrovarsi e a mettere in mostra il calcio champagne e vincente dell’era spallettiana.

L’Inter ringrazia e scappa via a +5 grazie alla goleada nel derby della Madonnina. I gemelli del gol azzurri apparsi finora sono solo i lontani parenti dei fuoriclasse ammirati l’anno scorso, Garcia ha il merito di avere azzeccato i cambi, visto che la svolta è arrivata dai subentrati Raspadori e Politano.

Un pareggio in extremis più frutto delle giocate individuali, del caso e della disperazione che del gioco, ma per come si era messa va bene così anche se la strada da fare è ancora lunga.

Si mangia le mani, invece, il Genoa, che ha accarezzato a lungo l’idea di mettere in bacheca un altro scalpo eccellente dopo quello della Lazio.

Con orgoglio e qualità, il Napoli riprende una partita che sembrava assolutamente perduta. Un Genoa quadrato e aggressivo, passa sul doppio vantaggio con Bani e Retegui, senza mai correre rischi. Poi, però, all’improvviso, dalla panchina, entra Raspadori, suona la sveglia e apre la crepa al 76′. All’84’, quindi, la spettacolare volée di un altro subentrato, quel Matteo Politano che, probabilmente, non avrebbe neanche dovuto giocare.

A Marassi il Napoli è stato in doppio svantaggio a quasi mezz’ora dalla fine. In maniera tutto sommato meritata. Non tanto per quanto mostrato dal Genoa, che resta una squadra modesta, quanto per quel che non ha mostrato la formazione di Garcia. Non uno straccio di idea, di canovaccio di gioco. Tutto affidato all’estro dei singoli che, per carità, al Napoli non mancano.

Ma sembravano smarriti anche loro. I Campioni la rimontano e provano pure a vincerla, nel finale senza Kvaratskhelia, che arrabbiato lascia il campo per Zerbin. Il Genoa è però quella che può avere più rimpianti. Si muove la classifica, il Napoli però è già lontana dall’Inter, che – allo stato attuale – è uno schiacciasassi. C’è tempo a disposizione per trovare (una) quadra e (fare) squadra, ma sarà difficile, quest’anno, che le altre concorrenti concedano respiro.