Il calciomercato ha ufficialmente chiuso i suoi battenti, almeno per qualche mese. La sessione estiva, pur in una forma compressa, ha regalato colpi importanti, compresi alcuni acquisti eccellenti nel finale.
L’ultimo giorno di mercato è stato soprattutto il coronamento dell’affare Chiesa-Juventus. Il giocatore ha lasciato Firenze tra i fischi dei tifosi della Fiorentina, che vedono il proprio capitano passare ad una rivale storica. Il classe ’97 va a rimpolpare un gruppo già importante messo a disposizione di Andrea Pirlo. Dopo l’arrivo di Kulusevski ufficializzato già nella sessione di gennaio, i bianconeri hanno percorso la via dello svecchiamento, cercando anche di voltare pagina dopo la gestione di Sarri. Soprattutto a centrocampo, dove Arthur (classe ’96) dal Barcellona e McKennie (’98) dallo Schalke 04 per coprire le uscite di Pjanic e Matuidi. Ma il reparto più di tutti sotto i riflettori è stato l’attacco. Detto di Chiesa, che potrebbe agire sia da esterno a destra sia da seconda punta (come fatto spesso e volentieri a Firenze), Pirlo ha prima scaricato Higuain e poi invocato a gran voce un nuovo centravanti. Il ‘casting’ ha visto in corsa diversi aspiranti nuovi bomber bianconeri: tra Dzeko e Suarez alla fine l’ha spuntata Morata, per una situazione più semplice e per la volontà di rientrare a Torino. Per capire se sarà lui l’attaccante ideale al fianco di CR7 e in un reparto che conta anche Dybala – ma non Douglas Costa, tornato in prestito al Bayern Monaco, dovremo aspettare il campo. Di sicuro, l’intesa tra lo spagnolo e l’allenatore c’è, fin dai tempi in cui arrivarono in finale di Champions nel 2015, quando Pirlo pensava a lanciarlo in area invece che alla sua collocazione tattica.
Tra le inseguitrici dei nove volte campioni in carica, l’Inter sembra quella più cresciuta, sulla carta, grazie al mercato. Due dei tre esuberi di un anno fa, Perisic e Nainggolan, sono rientrati dai prestiti a Bayern e Cagliari per restare a Milano: un po’ a malincuore il secondo, più convinto il primo, già titolare con Conte. Chi potrebbe prendersi presto il posto fisso da titolare è Hakimi, colpo a sorpresa nel periodo di lockdown dal Borussia Dortmund, giocatore ideale per il ruolo da esterno destro nel 3-5-2 contiano. Se è vero che l’ex allenatore della Juve ha richiesto, vanamente, Kantè, può comunque dirsi soddisfatto per l’arrivo – attesissimo! – di un altro suo pupillo: Arturo Vidal, a lungo corteggiato anche in questa sessione, prima della firma. Puntellati anche la difesa, con l’arrivo di Kolarov dalla Roma, e l’attacco, dove la scelta è caduta su Pinamonti, dopo il rientro al prestito dal Genoa. Hanno salutato la Milano nerazzurra Godin, quasi a sorpresa dopo un solo anno, Asamoah, che da desaparecido ha rescisso il contratto, e Joao Mario, che torna in prestito allo Sporting Lisbona. Nel finale, Conte trova anche l’esterno tanto cercato: non è Marcos Alonso, irraggiungibile, nè il ‘figlioccio’ Moses, ma Matteo Darmian, acquistato dal Parma.
Per la Dea la più grande forza è quella di aver confermato in blocco un gruppo che ha fatto benissimo, in Italia e in Europa. Unica cessione “di peso” è quella di Castagne, ceduto a suon di milioni al Leicester. Se si parla di plusvalenze in direzione Premier League però, il palcoscenico se lo prende Amad Traorè: il gioiellino classe 2002,prodotto del vivaio bergamasco, con solamente 25′ all’attivo (con un gol) in Serie A, è stato ceduto al Manchester United per 40 milioni (25 + 15 di bonus). Plusvalenza clamorosa per l’Atalanta, che si conferma maestra nel valorizzare i propri giovani per poi rivenderli a caro prezzo. Tra i nuovi arrivati, Romero può prendersi un posto in difesa, mentre il giovane olandese Lammers ha fatto già vedere contro il Cagliari di avere numeri importanti.
La Lazio forse è la grande delusa di questo mercato. Per i biancocelesti la lettura può essere simile a quella per l’Atalanta: mantenere i giocatori di punta è un passaggio importante, ma la rosa non è stata puntellata a dovere. In una sessione colorata dal clamoroso rifiuto di David Silva (arrivato ad avanzare pretese folli, come un aereo privato, prima di firmare con la Real Sociedad) e dal tira e molla infruttuoso per Kumbulla, Simone Inzaghi non può dirsi del tutto soddisfatto. E’ arrivato il kosovaro Muriqi dal Fenerbahce – al momento out perchè positivo al Covid19 – in attacco, per la porta come vice Strakosha c’è la sicurezza Reina, ma nessun nuovo giocatore è un potenziale titolare, almeno nelle gerarchie di dirigenza e allenatore. E per una squadra che torna a giocarsi la Champions League dopo 13 anni, non è il biglietto da visita migliore.
Alla fine è arrivato, dopo un brivido finale. Chris Smalling torna in giallorosso al termine della vera telenovela dell’estate anomala di calciomercato. Fonseca lo ha richiesto a gran voce, la Roma ha portato avanti una trattativa estenuante con il Manchester United, che si è protratta fino agli ultimissimi minuti di mercato. Forse troppo, per la Figc. Ma alla fine è arrivato il tanto atteso ok, che regala all’allenatore giallorosso un altro difensore dopo l’arrivo del baby Kumbulla. Ma per il resto pochi movimenti, forse troppo pochi. Vero, in attacco è arrivato, a parametro zero e troppo in silenzio, lo spagnolo Pedro: uno che in quanto a spirito vincente in Serie A ha pochi rivali. Sul finale anche un altro spagnolo, Borja Mayoral, si è unito al gruppo di Fonseca. La sensazione è che però sia mancata la ciliegina, specie in porta. Ma con l’arrivo fresco di una nuova dirigenza, l’aver mantenuto in rosa i big – esclusi Kolarov e Florenzi, fuggito in direzione Parigi – può essere una buona notizia.
Due colpi fatti a gennaio, altri due chiusi in corso d’opera. Alla fine dei conti il Napoli conta un acquisto importante per reparto e due addii eccellenti. Via Allan, volato all’Everton da Ancelotti, e Callejon, a fine contratto e pronto a vestire la maglia della Fiorentina. Dentro Rrahmani in difesa e Petagna in attacco, trattative concluse già lo scorso inverno. In attacco però, senza nulla togliere all’ex Spal, gli occhi sono tutti per Victor Osimhen, acquisto più costoso di sempre della storia del club. De Laurentiis ha speso 70 milioni di euro per strappare il nigeriano al Lille e regalare a Gattuso un centravanti “pesante”. Sul finale, arriva anche un rinforzo importante a centrocampo con Bakayoko, già allenato, tra gioie e dolori, da Gattuso al Milan. Rimasto Koulibaly – bisogna capire con quale spirito -, il caso Milik è la nota amara. Il polacco è rimasto a Napoli, con il contratto in scadenza il prossimo giugno: da gennaio potrà accordarsi a zero con qualsiasi club.
Il mercato più funzionale sembra averlo fatto il Milan. In un gruppo in fiducia, imbattuto dal post lockdown, Pioli ha visto aggiungersi Sandro Tonali, il giovane talento più corteggiato del calcio italiano. E non è poco, aver strappato un giocatore di questo livello a due rivali come Inter e Juve: significa tornare ai vertici anche sul mercato. Sulla scia del classe 2000, i rossoneri mantengono una rosa molto giovane, con l’arrivo anche di Brahim Diaz, uno che a soli 21 (’99) è stato allenato da Zidane e Guardiola. Tutto da scoprire il norvegese Hauge (altro ’99), preso dopo che aveva stregato nel playoff di Europa League. Buone mosse anche per le cessioni: uno su tutti Paquetà, piazzato – con una minusvalenza – al Lione. Unica pecca nel mercato e quindi nella rosa rossonera è l’assenza di un centrale. Trattato negli ultimi giorni il giapponese Tomiyasu, sbucato nelle ultime ore Rudiger: alla fine un nulla di fatto. E in mezzo alla difesa Pioli ha gli uomini contati.