Il Governo Draghi al via, senza il Ministro dello Sport
Dopo settimane febbrili, di trattative, corse in avanti e passi indietro, il Governo Draghi è pronto a guidare il Paese. Ieri sera è stata svelata la lista dei Ministri, che oggi, insieme al Presidente del Consiglio incaricato, saliranno al Quirinale per il giuramento. Sarà, come da previsioni, un Governo capace di rappresentare quasi tutto l’arco parlamentare, con 8 Ministri tecnici e 15 politici. Una squadra da cui manca un componente importante: il Ministro dello Sport. Non un bel segnale, per il mondo del calcio, ma neanche un dramma come si potrebbe pensare. Nel primo Governo Conte, la delega allo Sport era in mano a Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (e oggi allo Sviluppo Economico).
Non si sa se Mario Draghi replicherà lo stesso schema, affidando quindi la delega a Roberto Garofoli, Magistrato con un lungo curriculum di incarichi istituzionali ricoperti dal 2010 ad oggi. Nessuno dei quali, però, che abbia a che fare con lo sport. Quello che si sa, è che pare sia un grande appassionato di tennis. Un po’ poco, specie in un Governo dalla fondamentale componente tecnica. Comunque più del Ministro uscente, quel Vincenzo Spadafora che, quando ha salutato il proprio incarico, poco più di una settimana fa, ha lasciato attoniti tutti ammettendo, candidamente, di essere diventato Ministro senza sapere nulla della materia.
Quella di Roberto Garofoli, però, non è l’unica opzione. In sede di trattative, i nomi forti erano quelli di Riccardo Fraccaro del Movimento 5Stelle e di Gianni Petrucci, ex presidente del CONI e attuale Presidente della federazione pallacanestro. Scartati entrambi, in campo resta il nuovo Ministro delle Politiche Giovanili: Fabiana Dadone. La delega allo sport potrebbe finire a lei, o a un viceministro, magari allo stesso Petrucci, ma qui entriamo nel campo della fantapolitica.
Di certo, superato lo shock iniziale, la situazione non è così drammatica. Qualcuno, dello sport, in un momento tanto complesso, si occuperà. L’importante è che l’assenza di un Ministro non diventi la foglia di fico di quanti, anche nel calcio, sono chiamati a scelte fondamentali per il futuro. Nel Governo, una controparte ci sarà di sicuro, anche perché di carne al fuoco, specie extra calcio (pensiamo alle Olimpiadi Invernali di Cortina), ce n’è. Il calcio, da parte sua, ha dirigenti e strutture governative per scegliere ed assumersi le proprie responsabilità. Sui diritti TV, i fondi, gli stipendi e tutto ciò che riguarda il pallone, e poco importa che ad occuparsene a Roma siano un viceministro o un Sottosegretario.