Dopo il burrascoso cambio di proprietà di un anno fa, quando Commisso “liberò” la Fiorentina dalla stanca gestione dei Della Valle, è tempo per la Viola di costruire.

Forte di una società economicamente sana, Daniele Pradè sembra avere le idee chiarissime.

Anticipando tempi e concorrenza, a gennaio ha chiuso per due dei migliori prospetti della Serie A, Christian Kouamé, attaccante ivoriano classe 1993 preso dal Genoa, e Sofyan Amrabat, dal Verona, forse il centrocampista più sorprendente dell’ultima stagione.

In entrata c’è anche Jack Bonaventura, arrivato a scadenza con il Milan e pronto a sposare la causa di Iachini, completando un centrocampo già ricco di qualità e corsa, con Castrovilli e Pulgar.

Non finirà certo qui, perché Commisso, pur senza promettere nulla, dopo Ribéry, vuole regalare un altro colpo di spessore internazionale ad una tifoseria che ha voglia di uscire dal torpore e tornare a sognare.

Il nome giusto potrebbe essere quello di Piatek, il polacco ex Milan rivitalizzato dalla cura Hertha Berlino, che però si sta dimostrando un osso duro.

Occhio anche a Milik, perché se Dzeko restasse alla Roma e la Juve chiudesse per Suarez, potrebbe diventare più di un’idea. A patto che si convinca il giocatore.

Con Sottil in uscita, poi, manca forse qualcosa sugli esterni, ma a tenere banco, da qui al 5 ottobre, sarà prevedibilmente Federico Chiesa.

Un anno fa, averlo trattenuto fu il vero colpo di mercato. Oggi le cose sono diverse: le richieste scarseggiano, di soldi ne girano pochi, ma il figlio d’arte non sembra sprizzare gioia da ogni poro all’idea di restare.

Sì raffreddano, ed è un bene per la Fiorentina, le trattative in uscita che riguardano Pezzella e Milenkovic, le due certezze davanti a Dragowski.

Non basta, forse, per rincorrere l’Europa, ma le prospettive sono di lungo respiro.

Con il Dl passato pochi giorni fa in Senato – a firma Matteo Renzi – la ristrutturazione del Franchi si fa decisamente più semplice. Così come la possibilità, per la Viola, di avere una casa tutta sua.

Condizione necessaria per ritrovare una dimensione perduta da almeno un decennio, e tornare a mettere nel mirino, se non la vetta, almeno il quarto posto.

Ci vorrà pazienza, ma il futuro, se tutto va come deve andare, è roseo, e tornare a competere con Juventus, milanesi, romane e Napoli, tra qualche stagione potrebbe tornare ad essere realtà. Come ai tempi delle Sette Sorelle