Questa non è, e non vuole essere un’ode alla costruzione dal basso. Concetto davvero troppo ampio e sfumato, e sin troppo abusato nelle analisi calcistiche degli ultimi tempi. Che, più o meno scientemente, infilano nel calderone ogni errore di appoggio in fase difensiva. Come se nel frattempo l’errore tecnico non esistesse più. O, peggio, come se partire dalla difesa, invece che saltarla a piè pari con i lanci lunghi, fosse una colpa.
Di certo, ci vogliono i giusti interpreti: in fin dei conti, è una questione tanto tecnica quanto tattica. Non è un caso, quindi, che le prime 8 squadre della Serie A siano anche quelle che meno ricorrono ai lanci lunghi e ai cross. Prediligendo il gioco palla a terra, il fraseggio, e nella stragrande maggioranza dei casi la fatidica costruzione dal basso. Che, prendendo come riferimento solo queste due variabili – lanci lunghi e cross nell’ultimo terzo di campo – sembra sortire effetti positivi.
Come racconta l’analisi di “Calcio Datato”, la squadra più integralista in tal senso è il Sassuolo di De Zerbi: solo il 9% di lanci lunghi sul totale dei passaggi effettuati e meno del 10% dei cross nell’ultima porzione di campo. Crossa ancora meno l’Atalanta, che però non disdegna il lancio lungo, cui ricorre nell’11% dei passaggi. Napoli, Inter e Juventus, al contrario, non disdegnano i cross, ma limitano il ricorso al lancio lungo a percentuali inferiori al 10%. Tra i meno estremisti della costruzione dal basso ci sono Lazio, Milan e Roma, ma anche il Bologna, le cui percentuali, sia al cross che al lancio lungo, sono comprese tra il 12 ed il 13%.
In maniera speculare, tra le squadre che ricorrono con più frequenza al cross e al lancio lungo c’è una sola eccezione: il Verona, che non è mai stato nella colonna di destra della classifica. Tutte le altre – Parma, Crotone, Cagliari, Torino, Fiorentina, Sampdoria, Benevento – sono ancora in lotta per non retrocedere. E tutte, seppure in misura diversa, ricorrono al lancio lungo molto più spesso delle prime 8 della classifica.
Ci sono poi i casi particolari. Genoa e Spezia, ad esempio, saltano spessissimo la linea difensiva con i lanci lunghi, andando però raramente al cross. L’Udinese, al contrario, lancia molto meno, ma non disdegna affatto il cross negli ultimi trenta metri di campo. In fin dei conti, i numeri spesso non fanno altro che svelarci la banalità di ciò che abbiamo difronte. La costruzione dal basso non è il male assoluto, né la salvezza del calcio, è uno degli infiniti modi di intenderlo. Con i giusti interpreti darà i suoi frutti, senza è destinato alle critiche più aspre. Di certo, considerarlo un vezzo o una moda passeggera lascia davvero il tempo che trova.