Il Chelsea, i trionfi in corsa e Guardiola nel destino
È stata una notte magica e storica per il Chelsea. È il timbro di Kai Havertz a decretare il vincitore della Coppa dalle grandi orecchie. È la seconda Champions League della storia per i Blues che, dopo un avvio di stagione da brividi, pescano il jolly con l’ingaggio di Thomas Tuchel – esonerato a dicembre 2020 dal Psg – autore di una cavalcata straordinaria. Il tedesco è stato l’uomo della svolta tattica dopo le difficoltà grossolane del sui predecessore Frank Lamapard. A metà marzo lo score di Tuchel era già straordinario e, lo stesso club londinese, si complimentò con il tecnico per la partenza da record. Come nessun tecnico del Chelsea era mai riuscito (13 partite senza sconfitte e appena 2 gol subiti, ndr). Ora, la conquista della Champions League, è la legittimazione di un lavoro fantastico nonché un déjà vu del successo di Roberto Di Matteo. Il tecnico italiano, come Tuchel, alzò il prestigioso titolo nella stagione 2011/12 prendendo la squadra ‘in corsa’, a seguito dell’esonero di Villas Boas.
La cavalcata di Di Matteo con il Chelsea
La rincorsa di Tuchel è iniziata il 26 gennaio. Quella di Di Matteo iniziò il 4 marzo. Dopo aver colto due successi tra campionato e FA Cup, il tecnico italiano diede il via alla rincorsa europea ribaltando la sconfitta per 1-3 contro il Napoli negli ottavi di finale di Champions. 3-1 allo Stamford Bridge nei tempi regolamentari, poi il decisivo sigillo del 4-1 a dare un seguito al percorso in Champions League del Chelsea. Ai quarti di finale i Blues eliminano il Benfica con una doppia vittoria: 1-0 e 2-1. Ad attenderli in semifinale il Barcellona di Pep Guardiola.
L’avversario del destino, proprio come ieri sera contro Thomas Tuchel. I pronostici erano tutti dalla parte dei blaugrana, detentori del titolo e – in quel momento – interpreti del miglior gioco che si potesse ammirare sul palcoscenico europeo. Come accaduto quest’anno, l’intraprendenza, i ritmi alti, il palleggio perpetuo e ipnotico del tiqui taca guardioliano, vengono ingabbiati dalla tattica ferrea e scandita della ‘scuola italiana’ con il vigore e la fisicità tipica di una squadra inglese. Di Matteo vince a Londra 1-0 e, grazie alla rete di Torres nel recupero per il clamoroso 2-2 nel match di ritorno, porta il Chelsea in finale contro il Bayern Monaco eliminando Pep Guardiola.
La finale da brividi del Chelsea contro il Bayern Monaco
In ossequio a tutto il percorso sorprendente ed emozionante, la finale sarà un’autentica perla del calcio per le emozioni e per i continui colpi di scena. Il match rimane inchiodato sullo 0-0 fino all’83’ quando Thomas Muller porta in vantaggio i bavaresi. Sembra la fine del sogno ma – cinque minuti più tardi – è l’uomo più emblematico della stagione a trovare il pareggio e decretare i tempi supplementari: Didier Drogba. Nemmeno i 30′ aggiuntivi fanno emergere il vincitore e si va ai rigori. Juan Mata, tra le file del Chelsea, sbaglia il primo penalty. Il Bayern ne approfitta ma poi sbagliano sia Olic che Schweinsteiger. L’ultimo rigore del Chelsea non può che segnarlo lui: l’uomo della stagione insieme a Di Matteo: Didier Drogba. La cavalcata del subentrante Di Matteo, proprio come Tuchel, si conclude con il successo in Champions League. Un segno del destino, un’impronta del fato. Con Pep Guardiola come ‘vittima’ del percorso. In semifinale contro Di Matteo, all’ultimo atto ieri sera contro Thomas Tuchel.