Il calcio senza tifosi: l’odissea delle porte chiuse e delle percentuali
Il calcio senza tifosi, come un’alba senza l’aurora. In tutta Europa ripartono i campionati e le competizioni internazionali, ma senza il pubblico a gremire gli spalti, a trasmettere quel calore e quella passione che sono il fulcro di questo meraviglioso sport.
Ogni paese sta provando a comprendere come riportare i tifosi allo stadio, ma ogni proposta, in un certo qual modo, non soddisfa le esigenze dei fan. Perché non possono soddisfare le fredde percentuali. In Polonia, dal 19 giugno scorso, il 25 per cento dei tifosi è potuto tornare a sedersi sugli spalti: un posto ogni quattro. In Lituania, invece, stadi riaperti con capienza massima già dalla metà di luglio. E nell’exclave russa di Kaliningrad, tra Lituania e Polonia, il Baltika gioca le proprie partite casalinghe di fronte al 30% dei propri supporter.
Nello spazio di appena 250 chilometri, tre differenti percentuali, tre modi diversi di affrontare una tematica di primaria importanza. Poi ci sono i più grandi campionati europei: Premier League, Serie A, Liga, Bundesliga e Ligue 1. Cinque campionati che hanno iniziato la nuova stagione a porte chiuse, senza campagne abbonamenti e con un enorme punto interrogativo sul ritorno del pubblico negli stadi.
Il calcio senza tifosi è un danno economico ingente anche per squadre che militano in questi campionati. Basti pensare al Tottenham, la squadra più indebitata d’Europa, che ha creato una voragine nel proprio bilancio per avere uno stadio all’altezza dei top club. Ora in quello stadio ci sono solamente seggiolini vuoti e qualche addetto alla sicurezza, e potrebbe restare così ancora per qualche mese.
In Italia non c’è ancora il via libera nemmeno per un ingresso contingentato. I tifosi dovranno aspettare i prossimi decreti emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per capire quando poter tornare negli stadi. Mentre in Germania, nonostante le richieste di alcune squadre, il pubblico dovrebbe ritornare solamente nel 2021. Stessa situazione anche in Spagna e in Francia, dove la pandemia da COVID-19 è ancora fuori controllo.
Nelle prossime settimane, comunque, il Comitato Tecnico Scientifico dovrebbe proporre un vademecum per la riapertura degli stadi. Si lavora a un progetto che preveda l’ingresso del 25% dei tifosi, con obbligo di mascherina e distanziamento di almeno un metro. Un’ipotesi che deve tenere conto, però, della situazione contagi nel nostro paese. Al momento, l’ottimismo che trapelava a inizio agosto sembra svanito, ma alcune società si stanno impegnando affinché presto il pubblico possa tornare a riempire (almeno in parte) gli impianti.
Quel che è certo, oggi, è che il campionato ripartirà a porte chiuse. Nonostante la presenza contingentata di pubblico in alcune amichevoli, con i tre punti in palio tornano anche i divieti. La speranza è che si trovi una soluzione al più presto, perché il calcio senza tifosi è come un film senza colonna sonora, o un cielo senza stelle: uno spettacolo a metà.