A ormai poche ore di distanza dall’inizio della stagione 2020/2021, in Italia continua a tenere banco l’annosa questione sul protocollo anti-Covid cui il calcio italiano deve attenersi per andare avanti. Una questione già affrontata, ma su cui è tornato all’attacco Gabriele Gravina. Ieri, in occasione del Consiglio Federale, il presidente della FIGC ha ribadito infatti che “il tampone ogni quattro giorni è diventato insostenibile. Chiediamo di ottenere nell’immediato, perché non è più procrastinabile, di rendere più sostenibile la pratica del tampone. Auspico che il CTS possa concederci almeno questo in partenza.“
Ma il Comitato Tecnico Scientifico del governo non è dello stesso avviso. Come affermato in passato, l’organo non ha intenzione di autorizzare l’allentamento dell’attuale protocollo anti-Covid per il calcio. Secondo il CTS, la situazione epidemiologica non consente di ridurre il numero di test su calciatori e staff. Anche perché, sottolineano gli esperti, tali controlli sono stati richiesti proprio dai vertici calcistici per ricominciare in sicurezza la stagione 19/20. Stesso discorso vale per l’altro tema caldo delle ultime settimane: la riapertura, anche solo parziale, degli stadi. Per la FIGC e il mondo del calcio, dunque, sono in arrivo altri “no” a richieste di minori controlli e piani di riapertura già respinti. Il protocollo anti-Covid del calcio non si cambia: restano i giri di tamponi a distanza ravvicinata e gli incontri da disputare rigorosamente a porte chiuse.
Ma in Europa ci sono anche situazioni diverse. È il caso della Germania, dove gli stadi si apprestano a riaprirli. Bayern Monaco-Schalke 04 del 18 settembre sarà infatti la prima occasione di rivedere dei tifosi sugli spalti di uno stadio di Bundesliga. I Länder hanno infatti concesso al massimo campionato tedesco il via libera per la riapertura, anche se contingentata al 20% della capienza totale. Una misura che terrà però conto dell’andamento della pandemia nel Paese, costantemente monitorato, e che segue altre, parziali riaperture. Come quelle già concesse dalle autorità sanitarie di Lipsia al club di proprietà della Red Bull, o quelle in Coppa di Germania, torneo in cui diversi match si sono disputati con il pubblico, ma senza alcun tipo di distanziamento sociale.