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Ibrahimovic, un ritorno da protagonista con la Nazionale. “Re di Svezia”

“C’è un vecchio re e c’è un nuovo re. Il trono? L’ho preso più di 20 anni fa”. Non appare complesso immaginare a chi possano essere riconducibili tali dichiarazioni. Zlatan Ibrahimovic si è ripreso la Nazionale svedese, offrendo agli appassionati un ritorno da autentico protagonista. Incisivo nel talking, quanto sul campo da gioco. A 39 anni a Solna, nel campo dove nel 2001 segnò il suo primo gol in Nazionale contro l’Azerbaigian. Record di ‘anzianità’ e, ancora una volta, una prestazione da lasciare tutti a bocca aperta. Pochi minuti per riambientarsi, 35 per lasciare l’impronta sul match contro la Georgia. Ibrahimovic controlla il pallone in area, dà un occhio verso il centro e serve Claesson che indirizza la sfera in rete.

Subito assist e il solito mansionario da leader. Un gigante in mezzo ai ragazzini terribili che, probabilmente, sognano una carriera come quella di Ibrahimovic. Classe 1981, coadiuvato da un 2000 come Dejan Kulusevski, così come un 1999 come Isak. Zlatan parla, indirizza i compagni, detta i movimenti e dispensa consigli. L’uomo senza età che non conosce limiti e, come sempre, è in grado di elevare la cifra tecnica di chi ruota attorno alla sua dominante presenza.


I colpi sul campo da gioco, poi quelli ai microfoni dove Ibrahimovic ancora una volta riesce a concedere spazio per uno spiraglio di emotività, prima cdell’autocelebrazione di un altro capitolo da ricordare. “È stato fantastico, come la prima partita che ho giocato in nazionale. Ho sentito le farfalle nello stomaco. Non ero nervoso, ma motivato. Peccato che non ci fosse il pubblico, sarebbe stata un’atmosfera completamente diversa. Ma è stato emozionante ascoltare di nuovo l’inno nazionale”. Una carriera da protagonista, un attaccante senza limiti. “Carl XVII Guztaf” si definisce sul proprio profilo Twitter.

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Published by
Luigi Matta