Ibrahimovic, due anni di Milan. Tra scettici e voglia di sorprendere ancora
27 dicembre 2019. Zlatan Ibrahimovic torna al Milan. Il nuovo approdo dello svedese all’ombra del Duomo, senz’altro, aveva scaldato il cuore dei tifosi rossoneri ma, al tempo stesso, aveva acceso anche il tavolo dei dibattiti. Tra chi credeva ancora nella capacità di fare la differenza dello svedese, e chi non lo riteneva più fisicamente al livello della Serie A. Una costante della carriera dell’ex Los Angeles Galaxy, quella di dividere e creare fazioni contrapposte. Ibrahimovic ha risposto con numeri che pochi potevano immaginare: nei suoi primi sei mesi dal ritorno al Milan, il classe 1981, ha messo a segno 11 gol e servito 6 assist a fronte di 20 presenze tra campionato e Coppa Italia.
Al termine della stagione, erano già molti quelli che sostenevano che non potesse offrire di più alla causa rossonera. Ma, nella stagione 2020/21, al netto di pesanti e ripetuti guai fisici che lo hanno tenuto a lungo lontano dal campo, Ibrahimovic si è reso autore di 17 gol e 3 assist in 27 apparizioni tra Serie A, Coppa Italia ed Europa League alla ‘veneranda’ età di 39 anni.
Altro rinnovo e altri mugugni. La statistica sembra dare ragione ai critici: nel corso dell’attuale stagione, la media punti del Milan in campionato, si assesta sui 2,75 a partite quando lo svedese non prende parte al match. Con Ibrahimovic in campo, il ruolino di marcia del Milan in campionato, scende drasticamente a 1,4 punti a partita. Numeri da contestualizzare, da discutere, da confrontare con quelli individuali che dicono come, in questo inizio di stagione 2021/22, Zlatan Ibrahimovic abbia portato a referto 7 gol e 2 assist, al netto di 15 presenze tra campionato e Champions League. Seppur alle prese con altri problemi fisici, Ibrahimovic non sembra intenzionato a smettere. Non ancora. La dirigenza rossonera considera tutte le variabili e ragiona. Un altro anno insieme? O addio a fine stagione per dare seguito ad un nuovo corso. Ad oggi, sicuramente, tutto può succedere senza che un’ipotesi prevalga sull’altra.