L’atto d’accusa della Procura federale è già una sentenza. Il documento redatto dall’organismo guidato da Giuseppe Chiné si esprime un modo molto pesante nei confronti del presidente dell’Associazione italiana arbitri (AIA), Alfredo Trentalange. Le accuse si concentrano sulla vicenda che coinvolge l’ex procuratore arbitrale Rosario D’Onofrio, nominato alla carica mentre si trovava agli arresti domiciliari per scontare una condanna a 2 anni e 8 mesi per reati legati al mercato degli stupefacenti. Una vicenda che ha messo in ridicolo il mondo del calcio italiano e in particolare la sua struttura arbitrale, rea quantomeno di non avere vigilato abbastanza. Ciò che chiama in causa chi del settore arbitrale del calcio italiano è il massimo responsabile, cioè l’ex fischietto torinese.
In realtà, nel documento firmato dalla Procura Figc, le responsabilità imputate al capo dell’AIA vanno oltre la mera distrazione o omissione. Vanno oltre anche la nomina di un soggetto che amava farsi chiamare Rambo in ragione della carriera militare, altro fronte sul quale D’Onofrio ha denotato una certa turbolenza. Perché stando a quello che gli investigatori della Federcalcio hanno messo nero su bianco c’è da mettere in questione il legame fra Trentalange e D’Onofrio.
Secondo Calciomercato.com fra i due esisterebbe “un rapporto personale consolidato di vecchia data”. Talmente rodato da spingere il presidente dell’AIA a intervenire in difesa di D’Onofrio quando il vicepresidente della commissione disciplinare AIA, Andrea Santoni “aveva invitato [D’Onofrio] per iscritto a tenere comportamento più consoni alle funzioni svolte”, oltre a stigmatizzarne “negligenza e inadeguatezza professionale”. In quel caso Trentalange, anziché prendere le decisioni del caso verso D’Onofrio, avrebbe telefonato a Santoni invitandolo a “non assumere nuove iniziative” nei confronti dell’amico.
Nella lista delle accuse rientrano anche le richieste di rimborso avanzate dal procuratore AIA per biglietti ferroviari che sarebbero stati falsificati, le sue scarse presenze in ufficio, la leggerezza con cui Trentalange avrebbe accolto una lettera di dimissioni di D’Onofrio dopo il nuovo arresto (10 novembre 2022) e giudicata poco attendibile, e infine anche le dichiarazioni dello stesso Trentalange rese in Consiglio Federale il 15 novembre scorso e bollate come “non veridiche”. Dunque una situazione fortemente imbarazzante, tanto da indurre il presidente federale Gabriele Gravina a convocare un Consiglio federale per il prossimo 19 dicembre, con un solo punto all’ordine del giorno: “Situazione Associazione Italiana Arbitri: provvedimenti conseguenti”. Da qui a allora passeranno dieci giorni. Più che sufficienti affinché Trentalange ci arrivi dimissionario.