L’Hertha Berlino ha licenziato l’allenatore dei portieri, Zsolt Petry, dopo le sue dichiarazioni rilasciate al quotidiano ungherese Magyar Nemzet. Posizioni, ritenute xenofobe e omofobe, non condivise dal club tedesco, che si impegna a promuovere la diversità e l’inclusione. “Le dichiarazioni fatte non erano in linea con i valori dell’Hertha BSC. Ringraziamo Zsolt Petry per il lavoro che ha svolto e gli auguriamo ogni bene per il futuro”, così si è espresso il Ceo del club tedesco, Carsten Schmidt, nella nota pubblicata sul sito dell’Hertha. Nella stessa si leggono, poi, le scuse di Petry: “Vorrei sottolineare che non sono né omofobo né xenofobo. Deploro vivamente la mia dichiarazione sulla politica di immigrazione e vorrei scusarmi con tutte le persone che cercano rifugio da noi e che ho offeso”.
Zsolt Petry, ex portiere e calciatore ungherese dell’anno nel 1990, aveva criticato le politiche migratorie europee. “Non riesco a capire come l’Europa possa cadere così in basso moralmente […] Se pensi che l’immigrazione porti tanti criminali in Europa, sei subito accusato di razzismo”. Sono alcune delle sue dichiarazioni al quotidiano ungherese. Ancora, Petry si era scagliato contro un suo connazionale, il portiere del Lipsia, Peter Gulacsi, sostenitore dei diritti LGBT+. “Non capisco come possa sostenere omosessuali, travestiti e persone con quelle identità sessuali”. Gulacsi aveva manifestato sui social il suo dissenso verso la legge approvata in Ungheria lo scorso dicembre che vieta alle coppie omosessuali di adottare un bambino. Ora, infatti, la Costituzione ungherese definisce la famiglia come “l’unione di un padre, che è un uomo, e di una madre, che è una donna”.