Hellas Verona, continuare a far bene con una rosa rivoluzionata

(Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

La squadra rivelazione dello scorso campionato di Serie A è stata senza ombra di dubbio l’Hellas Verona.
La squadra allenata da Ivan Juric, da neopromossa, ha concluso la stagione al nono posto, risultato impronosticabile a inizio campionato.
Merito soprattutto di giovani promesse come Pessina, Kumbulla, Rrhamani e Amrabat, oltre a giocatori d’esperienza come Pazzini e Borini.
Tutti questi giocatori hanno cambiato maglia, ma il Verona continua a far bene, e dopo cinque giornate ha collezionato 8 punti, fermando squadre come Juventus (1-1 ieri sera all’Allianz Stadium) e Roma (vittoria a tavolino degli scaligeri, ma sul campo era finita 0-0).
Qual è quindi il segreto del successo dell’Hellas Verona?

Una squadra rinnovata, ma non meno competitiva
Gli addii di giocatori come Kumbulla, Amrabat e Pessina avrebbero messo in difficoltà molte squadre, ma la dirigenza gialloblu è stata brava a rimpiazzarli.
In difesa sono arrivati Magnani dal Sassuolo e Ceccherini dalla Fiorentina, che hanno riempito il vuoto lasciato dalla partenza di Kumbulla, destinazione Roma.
A centrocampo sono arrivati Barak, Benassi, Ronaldo Vieira, Colley e Tameze, tutti innesti di ottima qualità.
In attacco i nuovi arrivi sono Nikola Kalinic e Andrea Favilli. Quest’ultimo, prodotto delle giovanili della Juventus, viene da un’annata tutt’altro che positiva al Genoa e si sta riscattando alla grande, avendo messo a segno già due reti, tra cui quella di ieri contro la sua ex squadra, prima di uscire per infortunio.

Chi è rimasto è una garanzia
Se alcuni dei protagonisti sopra citati della stagione passata sono andati via, altri sono rimasti, continuando ad altissimi livelli. Il portiere Silvestri, il difensore e capitano Faraoni, fresco di rinnovo, il terzino ex Inter Dimarco, l’esterno Lazovic, il trequartista Zaccagni e l’attaccante Samuel Di Carmine. Certezze di una squadra che non vuole smettere di stupire.

I giovani, una risorsa 
Ivan Ilic, Ebrima Colley, Andrea Danzi, Matteo Lovato. Tutti ragazzi di vent’anni o poco più, pronti a fare la propria parte agli ordini di Juric. Lovato, difensore centrale arrivato lo scorso gennaio dal Padova, è stato tra i migliori in campo ieri sera, contro i campioni d’Italia.
La fiducia viene sempre ripagata dalle parti del Bentegodi.

Ivan Juric, un maestro
Dopo aver portato subito il Crotone in Serie A in una delle sue prime esperienze da allenatore, l’aver lasciato la Calabria alla volta del Genoa sembrava aver stroncato la sua carriera, vittima dell’impazienza del presidente Preziosi.
A Verona il tecnico croato è riuscito a rilanciarsi, imponendo la sua visione di calcio: pressing alto, marcatura a uomo, spinta costante sulle fasce, movimenti senza palla.
Il lavoro di Juric in panchina sta dando i suoi frutti: cambiano gli interpreti, ma finché a dirigere l’orchestra è il maestro di Spalato, l’Hellas suona sempre buona musica.