L’allenatore dell’Hellas Verona Gabriele Cioffi è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match contro la Salernitana, in programma domenica alle 15. Di seguito le parole del tecnico degli scaligeri riportate su TMW.
“Il peso specifico, dopo una sconfitta come quella di lunedì, è grande. Lo sarebbe stato anche se avessimo pareggiato. Ho cercato di lavorare sulla leggerezza: la squadra è in crescita, mentalmente presente, viva… Non credo abbiano bisogno di altri pesi sulle spalle“.
“Da quando ho firmato per il Verona ogni partita è determinante. Lo è ogni allenamento, a me onestamente non cambia nulla“.
“Può darsi che molti allenatori lunedì fossero lì per vedere la partita e farsi vedere, ci sta perché sono allenatori di livello“.
“Mi basta guardare in faccia i ragazzi: la squadra c’è sempre stata nel percorso. Adesso è normale che dia morale il punto, la vittoria, il risultato“.
“Faccio una richiesta: parliamo di calcio. Credo di rispondere già, dicendo così. Lavoro con serenità con una squadra che ha entusiasmo. Con Marroccu parlo di calcio, come fa ogni allenatore con un d.s.”
“Da allenatore devi sapere perché vinci e perché perdi. Il primo tempo con l’Udinese è stato un gran primo tempo: ho visto una squadra in crescita, con la voglia di fare calcio, che ha subito a tratti una squadra forte.
Nella ripresa abbiamo perso metri, ma la squadra era viva. A Firenze nel primo tempo ho visto una squadra schiava del fare, della frenesia, ma non abbiamo toppato. Nelle gare precedenti eravamo un po’ rugginosi, ma solo a Empoli abbiamo ‘cannato’ il primo tempo“.
“La scelta sul modulo è stata definitiva da Bologna, e non credo si siano mai viste mezze misure. Son cambiato tanto, sto cambiando tanto, ed è questo il motivo per cui ho scelto l’Hellas: solo mettendoti davanti ad una grande sfida cresci. Io voglio star qui e voglio salvare la squadra“.
“La Salernitana è una squadra che vive un momento di tensione. Ha rinfoltito la rosa con giocatori di qualità, ma noi si va a Salerno per fare la partita, per imporre il nostro gioco, per trovare ancora di più la nostra identità“.