L’ex centrocampista del Napoli Marek Hamsik ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di DAZN, dove la mezzala slovacca ripercorre la sua carriera e soprattutto il suo periodo al Napoli, squadra in cui ha militato per ben 12 anni dal 2007 al 2019. Di seguito le sue parole.
“Se mi chiamasse il Napoli, sarebbe difficile dire di no. I record sono fatti per essere battuti, ma questo delle presenze non sarà facile batterlo. Prima di me l’aveva Bruscolotti ed è durato tanti anni. Non avrei mai immaginato di fare questa carriera al Napoli. Neanche conoscevo bene cosa significasse questa città, venivo dalla Slovacchia, ma già dal primo giorno mi sono accorto che il calcio si vive diversamente che da altre parti“.
“Mi sono emozionato a leggere quello striscione, entrare così nel cuore dei tifosi non è da tutti. Ho sempre detto che amo Napoli e l’amerò per sempre. Mi hanno dato tanto e io ho speso 12 anni volentieri lì. Non è semplice per noi muoversi in città, nascondendosi o portando cappellini, o andare in ristoranti dove trovi meno gente, non è facile e ognuno di noi ha i suoi vizi o comportamenti o reazioni. Anche io a volte non ce la facevo più e….mi arrabbiavo. Ci sta, anche i tifosi devono capire che non è semplice per noi, ma lo accettiamo, è il loro affetto, è amore“.
“Ho avuto solo rapporti buoni con il Presidente De Laurentiis, non parlo tanto ma con lui ho sempre parlato con serenità e senza mai problemi. È un rapporto che va avanti negli anni e si parla anche del dopo carriera. L’ho sentito a inizio anno, mi ha detto: quando finisci col calcio giocato fammi sapere e parliamo di futuro insieme. Non siamo ancora arrivati a questo punto ma se mi chiamasse sarebbe difficile dire di no“.
“Molte squadre italiane mi hanno cercato. La prima è stato il Milan con Allegri nel 2012, poi Mazzarri all’Inter. C’è stata la Juve, sarebbe stato impossibile. C’è stata qualche chiamata con Nedved ma non ci ho mai pensato. Non ho mai avuto esigenza di cambiare. Ero contento e ho rinnovato cinque volte in dodici anni che è un bel numero. La società mi dava quello che volevo, io ero contento, la mia famiglia anche, e i tifosi mi volevano sempre più bene. Lo dico: se non fosse arrivata la Cina avrei concluso la carriera al Napoli“.