La Lazio, dopo l’inciampo casalingo in campionato, l’ennesimo di una stagione sin qui in altalena, è chiamata ad una reazione veemente. La qualificazione agli ottavi di Champions League è ad un passo, e quello di stasera, a Dortmund, è il primo di due match point: basta un punto per chiudere la questione. Simone Inzaghi è stato chiarissimo, nessun calcolo e nessun risparmio di energie, specie dopo la brutta prova offerta contro l’Udinese. In Germania si punta al bersaglio grosso, ma il pareggio andrebbe bene a tutte e due.
Difficile immaginare Lazio e Borussia spartirsi la posta senza darsi battaglia. Il gioco dei biancocelesti è tutto fuorché attendista, così come quello dei ragazzi di Favre. A entrambi i tecnici piace la costruzione dal basso, dai difensori, anche se in fase di finalizzazione il gioco passa per direttrici decisamente diverse. I tedeschi sfruttano molto le catene esterne, la Lazio passa spesso per vie centrali, contando sulla classe di Luis Alberto, la fisicità di Milinkovic-Savic e la rapidità di Correa. Tutti al servizio di Ciro Immobile. Che sin qui, in Champions League ha giocato appena due partite, segnando già tre gol. Uno dei quali proprio all’andata contro il Borussia Dortmund, a cui non bastò la rete di Haaland per tornare in partita.
Tra i due centravanti, diversi ma ugualmente letali, si gioca il duello più atteso, quello che potrebbe decidere le sorti della partita e del futuro in Europa di Lazio e Borussia. Il giovane norvegese, arrivato in Germania nella scorsa sessione invernale del calciomercato, ha dimostrato in pochi mesi di valere ogni euro sborsato per portarlo nella Ruhr. Fermarlo sarà missione difficile ma non impossibile. E se c’è uno in grado di riuscirci, in Italia e in Europa, quello è Francesco Acerbi. Arrivato due stagioni fa dal Sassuolo, nessuno avrebbe immaginato una crescita del genere. Basata sulla continuità delle prestazioni e su una leadership salita costantemente di livello. La scorsa stagione la solidità difensiva della Lazio poggiava quasi tutta su di lui, oggi le cose sono un po’ diverse, ma le prestazioni di Acerbi continuano ad essere eccezionali.
Nella partita di andata, la rete di Haaland arriva per una marcatura troppo leggera di Leiva e Hoedt, non per colpa di Acerbi. Che anzi, anche nel momento di maggiore pressione del Borussia Dortmund, ha tenuto in piedi la baracca. E poi, negli occhi ci sono le prestazioni in maglia Azzurra contro la Polonia, nelle quali ha letteralmente annullato Lewandowski. Il centravanti polacco ha trascinato con i suoi gol il Bayern Monaco sul tetto d’Europa, contendendo a Immobile la Scarpa d’Oro fino all’ultima giornata. Ma al cospetto di Acerbi, è praticamente sparito.
Il difensore biancoceleste non trema di fronte a nessuno, e sbaglia pochissimo, per questo considerarlo il miglior marcatore del campionato italiano non è azzardato. Ha reso la vita difficilissima, a volte impossibile, a clienti scomodi come Lukaku, Cristiano Ronaldo e Dzeko. Tenere Haaland a zero, per Acerbi, è una missione possibile. Per la Lazio, buona parte delle speranze di mettere in ghiaccio la qualificazione agli ottavi, passano da qui, dal suo muro. Il norvegese, del resto, catalizza attenzioni e palloni, e non è un caso che dietro di lui, già a quota 10 gol in stagione, tra i marcatori del Borussia ci sia Hummels, un difensore. Passa tutto per Haaland, e tenerlo all’asciutto renderebbe decisamente più semplice l’approdo agli ottavi della Lazio e del suo Leone, Acerbi.