Grosso: “Spinazzola e Berardi hanno grandi qualità”

Grosso: “Spinazzola e Berardi hanno grandi qualità”

Photo Antonio Ros/LaPresse

Se si pensa a Fabio Grosso ritorna subito in mente quella finale dei Mondiali del 2006: Italia-Francia. Fu lui a calciare il rigore decisivo, portando la nazionale italiana sul tetto del mondo. L’ex terzino sinistro ed attuale allenatore del Frosinone è stato intervistato ai microfoni della Gazzetta dello Sport per parlare del gioco sulle fasce dell’Italia di Roberto Mancini in questo Euro 2020, con un focus su Spinazzola e Berardi.

Le parole di Grosso

Il gioco dell’Italia – “E’ questione di occupare al meglio gli spazi, facendo cose opposte a quelle che scelgono gli avversari, per aprirli. Con i giocatori di fascia li tieni larghi: se ti chiudono nella zona centrale sfondi lì, sulle corsie; se invece si concentrano sugli esterni, sono attenzioni in meno da dedicare a chi sta in mezzo al campo. E lì Mancini ha gente brava, che esalta il grande lavoro del c.t.: gente che non ha mai paura di farsi dare la palla, di giocarla sotto pressione. Il nostro centrocampo è il reparto che sposta gli equilibri e il baricentro della squadra in avanti”.

Spinazzola – “Io ero un trequartista, ma non è l’unica differenza: io avevo la testa, più che il fisico, da fantasista, e poi l’ho sfruttata nelle altre posizioni in cui gli allenatori hanno scelto di utilizzarmi, più congeniali alle mie frequenze. Invece Spinazzola è più corridore: Spinazzola ha grandi qualità fisiche, sprigiona potenza e facilità di falcata, cerca più spesso l’uno contro uno. Io sono diventato un giocatore più simile a lui con il tempo: più che correre, tendevo a mandare verso la porta chi correva”.

Berardi – “Sì, qualche similitudine c’è. Ma nei ragazzi di qualità bisogna saper credere, dandogli la possibilità di sbagliare, il tempo di prendere fiducia per esprimerle tutte. Come è stato per Domenico, come sta facendo Domenico: avviato a diventare un punto di riferimento importante per il nostro calcio, nonostante non abbia ancora avuto voglia del grande salto. Ma è un ragazzo intelligente, ha dimostrato di saper scalare con i tempi giusti: e così c’è ancora più gusto, assapori meglio la strada fatta per arrivare da lontano”.