Gravina durissimo: “Amareggiato. Mancini? Addio con una PEC”

gravina mancini

(Photo by Marco Rosi/Getty Images)

Continuano a tormentare la Nazionale le dimissioni di Mancini, che fanno discutere e giorno dopo giorno regalano nuovi retroscena. Chi ha voluto dire la sua sulla questione è stato Gabriele Gravina, che nel corso di un’intervista a Il Corriere della Sera, ha sparato a bruciapelo sull’ex CT. Il numero uno della Federcalcio si è soffermato su diverse questioni, parlando delle modalità delle dimissioni e rispondendo alle dichiarazioni dell’allenatore. Ecco tutte le parole di Gabriele Gravina su Mancini.

Gravina attacca Mancini

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(Photo by Marco Rosi/Getty Images)

Sulle dichiarazioni di Mancini

“Abbiamo lavorato insieme cinque anni, impegnandoci reciprocamente per un progetto straordinario. Ho aspettato a parlare di questa storia, volevo sedimentare e riflettere. Volevo soprattutto risolvere la questione allenatore: ho dato priorità alla maglia azzurra e all’interesse nazionale e non ai personalismi. Però, adesso, posso dirlo con sincerità: sono amareggiato. Ci sono rimasto male. Non porto rancore, ma i tempi di questo divorzio mi lasciano perplesso“.

Sulle dimissioni

“Roberto non mi ha mai detto che voleva andarsene. È stato un fulmine a ciel sereno. Ho sentito parlare di dimissioni per la prima volta dalla moglie, Silvia Fortini, che è il suo avvocato, il giorno prima che arrivasse negli uffici della Federcalcio una PEC formale. Considerati i rapporti personali avrei apprezzato di più se Mancini mi avesse espresso la sua volontà guardandomi negli occhi. Ho ricevuto un messaggio l’8 agosto, sempre dal suo avvocato, in cui manifestava il disagio sulla clausola di uscita nel caso non ci fossimo qualificati per l’Europeo. Niente altro. Adesso continuo a chiedermi perché Mancini abbia detto certe cose. E mi chiedo se le ha dette per davvero, perché sa benissimo che la realtà è il contrario esatto di quanto ha dichiarato. Tutti e tre, io, Roberto e Silvia, sappiamo cosa è successo veramente”.

Mancini non sentiva più fiducia?

“La mia era totale e l’ho dimostrata con i comportamenti. A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia che ci è costata il Mondiale in Qatar, sono andato in conferenza con lui. Ho messo la mia faccia per difendere la sua. Se non avessi avuto fiducia lo avrei messo sotto contratto sino al 2026? E lo avrei promosso coordinatore dell’Under 21 e Under 20? Rivoluzionato lo staff? Questa è grossa. Solo Evani, che non ha accettato un altro ruolo, era uscito. Peraltro, stiamo parlando di un allenatore che faceva parte degli organici federali ed è entrato prima di Roberto. Gli altri sono rimasti. Lombardo e Nuciari, che avevano altri incarichi, sarebbero tornati a Coverciano nei giorni di Nazionale. E abbiamo rafforzato il gruppo con Barzagli e Gagliardi indicati da lui”.