Gol, schemi e organizzazione: gli ingredienti della favola Sassuolo
Dopo 4 giornate giocate, sono già soltanto 3 le squadre imbattute in Serie A. Due, se escludiamo la Juventus, il cui ‘score‘ è ancora condizionato dal match contro il Napoli (con ricorso in atto). Si tratta delle prime della classe: il Milan, a punteggio pieno, e il Sassuolo.
La squadra di Roberto De Zerbi è ormai difficilmente definibile come sorpresa. Forse la parola che meglio potrebbe definire la creatura neroverde è ‘favola‘. Favola perché emoziona. Favola perché non ci si capacita di come e quando possa finire.
Una favola che ha tanti protagonisti. Sembra doveroso partire da quelli in campo. Fare nomi forse è riduttivo, per una squadra con un’ossatura forte, vera forza del gruppo dezerbiano. Eppure due uomini su tutti si sono presi la leadership, soprattutto dopo il blocco dovuto alla pandemia.
Il tandem Caputo-Berardi è da prime della classe. Un duo da Nazionale, conquistata da entrambi nelle ultime convocazioni di Mancini, che difficilmente potrebbe tenerli fuori se continueranno su questi livelli. I loro numeri sono incredibili: dalla ripresa della Serie A lo scorso giugno, sono i 30 gol creati, tra assist (più di Berardi) e reti segnate (molte di più per Caputo). Una coppia difficile da immaginare ‘divisa’, soprattutto per l’affinità che dimostrano sul prato verde. Poi ovviamente, c’è il supporting cast, di quelli che ormai fa paura. Djuricic, Boga, Locatelli, altro gioiello anche dell’Italia targata Mancini. Tutti giocatori che dopo il lockwdown hanno incrementato il livello delle proprie prestazioni.
E’ impossibile però, nel lungo elenco dei meritevoli, non citare l’allenatore di questa squadra. Quel Roberto De Zerbi che sembrava destinato ad abbandonare la nave neroverde a fine stagione, verso la panchina di una ‘grande’. Ecco, proprio in questo senso la sua permanenza fa capire come il Sassuolo sia già, o ormai, una grande del nostro calcio.
Un calcio intenso, aggressivo, divertente, quello di De Zerbi. Un po’ “da Atalanta“, verrebbe da dire: difensori che si spingono in avanti, attaccanti bravi a giocare di prima quanto a rientrare. E centrocampisti che si inseriscono. Il 4-2-3-1 marchio di fabbrica, modulo fantasioso per definizione. Senza dimenticare l’ordine, gli schemi. La disciplina, insomma. In due parole: genio e regolatezza.
L’ultimo, grande, complimento, va fatto alla società del Sassuolo. Poco più di un anno fa la famigilia Squinzi visse una pagina molto buia, con la morte di Giorgio, storico numero 1 della Mapei, nonché il presidente che ha trascinato il Sassuolo dalla Serie C2 all’Europa League.
La dirigenza neroverde ha saputo sopperire ad una così grave perdita, riuscendo sostanzialmente a mantenere tutto invariato. Merito dei figli dell’indimenticato patron, Marco e Veronica, capaci di far continuare la marcia ad una macchina che va fortissimo. In campo come nei bilanci, viste le operazioni mirate e le clamorose plusvalenze.
Bel gioco, rigore e struttura collaudata. Guardando oltre l’apparenza, non si può rimanere più di tanto sorpresi dell’escalation continua del Sassuolo. Anzi, verrebbe da chiedersi come una realtà così entusiasmante possa fermarsi, accontentarsi. E in quest’ottica, l’ottavo posto dell’anno scorso è da leggere solo come un passaggio intermedio, puntando a qualcosa di più.