Domenica pomeriggio lo stadio San Siro, purtroppo vuoto, ospiterà uno dei derby più importanti degli ultimi dieci anni. Inter e Milan si giocano la vetta, attualmente occupata dai nerazzurri con un solo punto di vantaggio sui cugini rossoneri.
Era un derby scudetto, seppur giocato nel caldo di fine estate, anche quello del 29 agosto 2009: il Milan brasiliano di Leonardo sfidava l’Inter di Jose Mourinho, reduce da un criticato pareggio casalingo con il neopromosso Bari.
I primi venti minuti confermarono la situazione delle due squadre, con i rossoneri quasi padroni del campo e pericolosi in più occasioni. Alla mezz’ora però iniziò la tempesta nerazzurra: con un’azione da manuale – di quelle che ti escono solo in allenamento – Thiago Motta si trova lanciato a rete e firma il suo primo gol con la Beneamata. Il Milan va nel pallone e pochi minuti più tardi, Gattuso è costretto a stendere Eto’o dopo averlo rincorso per oltre cinquanta metri: calcio di rigore e primo gol in nerazzurro anche per il Principe Diego Milito.
Passano pochi istanti ed il centrocampista rossonero si fa espellere per un’entrataccia su Wesley Sneijder. L’Inter sente profumo di goleada e, sul finire del primo tempo, con un’azione simile a quella del primo gol, penetra nuovamente nella soffice difesa avversaria: Maicon firma il tre a zero e poi corre in tribuna a festeggiare con una comitiva di parenti, impazziti quasi più di lui. Nella ripresa i nerazzurri continuano ad attaccare e calano il poker con una perla di Dejan Stankovic, la classica fiammata del Drago, all’ennesimo gol nel derby milanese.
“Una partita esagerata, in tutti i sensi“, commenterà Esteban Cambiasso, assente per un infortunio al ginocchio, circa dieci anni più tardi. Esagerata, come la stagione dell’Inter, concepita in quel derby estivo, portata in grembo per nove mesi fino alla notte di Madrid, quando venne partorito un trionfo di nome Triplete.