Qualificata per il rotto della cuffia, dal girone più difficile di Euro 2020, la Germania si è dovuta arrendere all’Inghilterra agli ottavi di finale. Un altro flop, dopo quello rumorosissimo dei Mondiali di Russia del 2018, dove finì ultima di un girone tutt’altro che difficile. Di fronte, un avversario quadrato, ostico, giovane e ricco di talento, tutto ciò che è mancato ad una Germania apparsa molle, senza spunti e senza nemmeno quella solidità difensiva che, storicamente, è la sua cifra stilistica. La squadra di Löw ha brillato, di una luce accecante, solo contro il Portogallo, regalando una prestazione maiuscola, ma illusoria. Chissà se le difficoltà del girone abbiano fiaccato i tedeschi più del dovuto, di certo la squadra di ieri è apparsa svuotata.
Le difficoltà maggiori riguardano il comparto offensivo, dove Timo Werner non ha risolto il suo atavico problema con il gol, palesato durante tutta la sua prima stagione al Chelsea. Non ha fatto meglio Müller, mentre si salva Havertz, l’unico lucido là davanti, e capace di regalare sempre spunti interessanti. Criticatissimo in patria, e fantasmagorico anche ieri, entrando dalla panchina, Gnabry, che ha perso malamente la palla che ha portato al 2-0 dell’Inghilterra. Pochino ha fatto Sané, e forse tornando indietro Löw gli darebbe maggiore spazio. Per i prossimi anni, occhio a Musiala, che ha segnato giovanissimo il suo primo gol in Champions League contro la Lazio, e pare avere un futuro roseo, tra Bayern Monaco e Germania.
La fine del ciclo, certificata dall’addio di Löw, che ieri sera ha confermato il suo addio, dopo 15 anni, alla panchina tedesca, era attesa. Nulla di sorprendente, anche se gli uomini, scorrendo la rosa ricca di talento della Germania, lasciavano sperare in un epilogo diverso. Il solo Emre Can, limitandoci alla carta d’identità, è a fine corsa, ma per tutti gli altri la chance di restare nel giro della Nazionale è ovviamente intatta. Die Mannschaft, vedremo con quale guida tecnica, ha di fronte un futuro, se non roseo, quantomeno sereno, sperando che si sblocchino gli attaccanti. Qualcosa, semmai, manca in fase difensiva, dove Rudiger e Hummels reggono una baracca spesso troppo fragile.