Il caso delle 14 positività registrate, tra calciatori e staff, all’interno del Genoa ha tenuto addetti ai lavori e appassionati con il fiato sospeso. Dalla ripresa dell’attività agonistica, infatti, è la prima volta che all’interno di una squadra si sviluppi un cluster di queste dimensioni con il rischio che le conseguenze, a valanga, investano tutta la Serie A.
I primi interrogativi, già dalla serata di ieri, si concentravano sull’efficacia o meno del protocollo sanitario che accompagna il calcio in epoca pandemica. A questo riguardo, è intervenuta la FIGC, per bocca del professor Paolo Zeppilli, presidente della Commissione Medica Federale.
Queste le parole di Zeppilli: “Le positività sono state riscontrate e monitorate in stretta sinergia con la ASL locale; il Protocollo ha già dimostrato la sua efficacia, l’attenzione è massima, così come dall’inizio della ripresa dell’attività durante il lockdown“.
Secondo la FIGC e la Procura Federale, non c’è stata nessuna violazione nel rispetto del protocollo da parte del Genoa. Quanto emerso ieri sera, però, fa accendere un campanello d’allarme nel mondo del calcio: se i risultati dei tamponi effettuati dal Napoli dovessero far emergere diverse positività, è probabile che torni in auge l’ipotesi di sospensione del campionato.