Le dichiarazioni in conferenza stampa del tecnico del Genoa Alberto Gilardino alla vigilia del match di Serie A contro la Juventus.
Giornata di vigilia in casa Genoa. I rossoblù saranno impegnati domani sera (venerdì 15 dicembre) in casa contro la Juventus nel match che apre il programma della 16ª giornata del campionato di Serie A. A poco più di ventiquattro ore di distanza dalla partita contro i bianconeri, in conferenza ha parlato il tecnico dei genoani Alberto Gilardino. Di seguito ecco un estratto delle sue dichiarazioni.
“La squadra è molto arrabbiata dopo la partita persa a Monza nel finale. C’è voglia di rivalsa, abbiamo una grande occasione di affrontare la partita contro la Juventus davanti al nostro pubblico con orgoglio e ardore agonistico”.
“Oltre a Strootman, probabilmente dovrò fare a meno anche di Retegui che ha avuto un problema nel match contro il Monza e al 90% non ci sarà domani”.
“La formazione non l’ho ancora decisa, sto valutando. Il mio pensiero è rivolto agli undici che partiranno dall’inizio ma soprattutto alla panchina. Ci sarà bisogno di tanta corsa, duelli fisici e qualità. Il pensiero non va all’inizio ma in tutta la gara, chi verrà in panchina dovrà farsi trovare pronto. Mi aspetto sempre di più da quelli che entrano, sono le valutazioni che sto facendo”.
“A mio modo di vedere la Juve non ha punti deboli. Ha tanta fisicità in tutti i reparti, abbinata a grande tecnica. Noi dobbiamo pensare da squadra e dobbiamo giocare un calcio propositivo. Se pensiamo di buttare la palla lunga contro di loro, sappiamo che non ne prenderemo una. Sto pensando a come sostituire Retegui. Ekuban non ha i 90′ nelle gambe. Una soluzione può essere Puscas o Malinovskyi più alto e Gudmundsson più basso. Deciderò nelle prossime ore”.
“Credo che le critiche fanno parte del percorso. Ho letto una frase in questi giorni: la via della virtù e della gloria è irta di difficoltà. E questa frase mi ha colpito e rispecchia tutta la mia carriera, da giocatore e da allenatore. Sicuramente sono responsabile, mi assumo queste responsabilità preferisco riceverle io piuttosto che i giocatori”.