Genoa, Amiri: “Marassi da pelle d’oca. Inizieremo a vincere e resteremo in Serie A “

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(Photo by Getty Images)

Il colpo di mercato invernale del Genoa è stato sicuramente Amiri. Un centrocampista con il vizio del gol che due anni fa veniva visto come uno dei possibili crack del calcio tedesco. Poi gli infortuni, la poca continuità e la voglia di risorgere a Genova con la maglia del Grifone. Il classe 1996 ha voluto fortemente l’Italia per salvare il Genoa e rimanere in Serie A. Il centrocampista turco ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport.

Genoa, le parole di Amiri

Sulla scelta di approdare a Genova: “Conoscevo bene Johannes Spors, siamo stati insieme all’Hoffenheim, e sapevo
che qui avrei avuto la possibilità di giocare di più. diventa decisiva la gara con l’Empoli, poi sarà importante
non subir e più sconfitte e cercare di piazzare qualche altro successo. Ci servono due o tre vittorie per ripartire, continuo fermamente a credere che questa squadra possa rimanere in Serie A. Non penso al futuro, ma una cosa
posso dirla: il Genoa nulla c’entra con la Serie B“.

Su Marassi: “Vesto la maglia del più antico club italiano. Non credo che serva aggiungere altro. Non è stato un inizio semplice, un virus mi ha frenato impedendomi di giocare con continuità, ma ora sto bene e sono pronto a fare la mia parte. Con l’Inter l’atmosfera a Marassi era splendida. Dallo spogliatoio ho scritto ai miei genitori ed a mio fratello, spiegando che speravo di entrare presto in campo… E quando è successo, è stata roba da pelle d’oca. Intanto ho iniziato a studiare l’italiano. Il mio amico Calhanoglu mi ha aiutato con la lingua a trovare a casa“.

Sulla storia della sua vita e su quella guerra…: “Loro sono venuti via dal Paese alla fine degli anni Settanta. Le
posso raccontare questa storia: sono stato là undici anni fa per la prima volta, io ne avevo quattordici. Ricordo benissimo il mio primo giorno in Afghanistan: chiesi ai miei genitori di tornare subito in Germania…Invece, dopo due settimane trascorse là, non volevo più fare ritorno. Sono posti fantastici, mi sarebbe piaciuto rimanere là. Adesso è tutto molto complicato, spero che in futuro la situazione possa davvero migliorare nel mio Paese. Là ho ormai solo uno zio, tutti gli altri parenti hanno lasciato il Paese”.

L’obiettivo della nazionale tedesca: “Il mio sogno è quello di tornare nella nazionale tedesca, ma so benissimo che in questo momento la concorrenza è molto ampia e forte. Farò però il possibile per giocare tanto nel Genoa. Ora, dico la verità, sono focalizzato esclusivamente su queste ultime undici partite di campionato con il Genoa e tutto il resto verrà dopo“.

Su Blessin: “Lui è stato importante, anche perché non parlo ancora la vostra lingua, il mio inglese non è perfetto e avere un allenatore e uno staff che parlano tedesco per me è stato ed è ancora oggi un grande aiuto”.

Sul futuro: “Spero innanzitutto che (oggi, n.d.r.) il Leverkusen faccia una grande partita in casa del Bayern Monaco. Sulla doppia sfida europea mi pare che l’Atalanta stia attraversando davvero un buon momento, ma la speranza è che i miei ex compagni possano fare bene“.