Gazzetta profondo rosso: 26 milioni di euro in meno di ricavi in nove mesi
La crisi del mondo del calcio dovuta allo scoppio della pandemia di Covid-19 ha colpito anche l’indotto, e i quotidiani sportivi non fanno eccezione. In particolare, La Gazzetta dello Sport ha accusato un forte calo dei ricavi nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi mesi sono comprensivi del periodo di sospensione delle competizioni sportive a causa del lockdown, da inizio marzo a metà giugno, che ha fortemente intaccato i guadagni dei quotidiani sportivi.
Sono dati contenuti nel Resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2020 di Rcs Mediagroup, il gruppo editoriale presieduto da Urbano Cairo a cui appartiene la Gazzetta dello Sport, ma anche il Corriere della Sera e La7.
I ricavi editoriali della Gazzetta, che comprensivi di vendite in edicola, abbonamenti al quotidiano cartaceo e abbonamenti alla versione digitale; sono diminuiti di 26,4 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il periodo più nero è coinciso con il secondo trimestre dell’anno, da aprile a maggio, quando le manifestazioni sportive erano ferme a causa del lockdown. Le cose sono andate meglio nel periodo luglio-settembre, quando i campionati erano ripresi ormai in tutta Europa.
«Dal 20 giugno, dopo uno stop di tre mesi – si legge nella relazione – è ripreso in Italia anche il Campionato di calcio di Serie A. Parallelamente nello stesso periodo sono sostanzialmente ripartiti i principali campionati nazionali europei, tra i quali anche la Liga spagnola. In generale la ripresa dello sport giocato ha avuto e sta avendo un effetto positivo sulla diffusione de La Gazzetta dello Sport e di Marca».
Nonostante la ripartenza dei campionati e dello sport in generale; i ricavi della Gazzetta dello Sport in questo periodo del 2020 sono diminuiti di 7,1 milioni rispetto allo stesso periodo del 2019.
La Gazzetta dello Sport resta comunque il quotidiano sportivo più venduto in Italia, con una media giornaliera di 96 mila copie diffuse. Ma la crisi del mondo del calcio unita alla crisi dell’editoria si fa sentire.