C’è intesa finalmente sulla costruzione del nuovo stadio di Milano tra il Comune e le società calcistiche di Inter e Milan. La notizia chiaramente come ogni cosa, non può trovare consenso in tutto e per tutto, allora ecco che l’ambiente milanese si spacca in due. Se da una parte Massimo Moratti, si è detto favorevole alla ristrutturazione del “Meazza” . Di tutt’altro canto è invece Adriano Galliani, attuale ad del Monza, che al Corriere della Sera ha detto: “Amo San Siro, è uno stadio iconico, ma reputo la sua ristrutturazione impossibile“.
“Reputo la sua ristrutturazione impossibile per due ordini di motivi. Il primo è sul piano sportivo-organizzativo: con due squadre, che lì giocano il campionato e anche le gare di coppa, dove traslocherebbero Milan e Inter mentre si svolgono i lavori? Come la Juve prima dell’apertura dello Stadium? Appunto, ma per qualche anno ebbe la possibilità di disputare le sue gare interne all’Olimpico, cioè in un altro impianto della città di Torino. A Milano questa opportunità non ci sarebbe“. – altro motivo di impossibilità secondo Galliani –
“È uno stadio iconico, ma pur sempre vicino a compiere cento anni. Mi spiego: fu progettato nel 1925 e all’epoca era solo la casa del Milan. Fu inaugurato nell’anno successivo e dal 1935 fu comprato dal Comune, prima di diventare nel 1947 anche la sede per le sfide casalinghe dell’Inter. Nel 1955 fu costruito il secondo anello con l’obiettivo anche di proteggere dalla pioggia le file nobili della tribuna centrale. Il risultato sa qual è? Nella parte alta del primo anello, compresi gli sky box, la visuale del campo è ottima, ma da quella posizione non si riesce a scorgere lo spettacolo degli altri settori. Nessuno stadio moderno in Europa ha questa configurazione. Nutro grande affetto per San Siro, poi arricchito per Italia ‘90 del terzo anello, ma ha difetti strutturali che non si possono correggere“.
“È stata la casa del Milan di Silvio Berlusconi e mia per 31 anni. Anzi tutt’ora da ospite del club continuo a frequentarlo, anche se tendo sempre a sedermi non oltre la decima fila, perché altrimenti come già detto non si può ammirare lo show circostante. Ma è come il primo amore: non si dimentica, si resta legati emotivamente per sempre, ma poi la vita va avanti“.