Tra Champions e salvezza: il Frosinone ferma il Bologna. L’editoriale

Amarezza. E non poca per il Bologna di Thiago Motta. Che quando il pallone di Ndoye – anticipando Fabbian – è volato via sulla traversa ha salutato l’ipotesi di superare la Juventus per qualche ora. Prima il grande gesto tecnico di Turati, poi l’errore dello svizzero. In quest’immagine il (drammatico) pomeriggio del Bologna. Il campo ha dato risposte super positive – di questo ne parleremo tra poco -, ma lo stop in classifica permette alla Roma di avvicinarsi agli emiliani. Sono solo tre ora le lunghezze che separano due delle squadre più in forma della Serie A. Il ko dell’Atalanta rende la domenica meno amara, ma se dallo Stirpe Ferguson&Co. avessero portato ai piedi del Dall’Ara i tre punti?

Che gli emiliani fossero squadra forte era scienza studiata e analizzata, ma che la reazione del Frosinone fosse così incoraggiante non era scritto su alcun muro. Di Francesco si conferma allenatore pronto e preparato. Il momento non gli dà ragione, ma le idee sul campo ci sono. E se Thiago Motta dopo soli 30′ è costretto a cambiare qualcosa allora significa che stai lavorando nel modo giusto.

Il Bologna pareggia allo Stirpe contro il Frosinone

Riempire le linee centrali per poi trovare trovare l’ampiezza del quarto di centrocampo. Che sia Valeri o Zortea. L’idea è quella di andare poi a creare superiorità numerica su una delle due fasce. Delude Soulé, ma l’argentino deve ritrovare fiducia e giocate. E la profondità di Cheddira – sempre cercato sul filo del fuorigioco – potrebbe diventare un tema per questo finale di stagione. I ciociari ci provano, ma quando Hugeaux – vice di Thiago Motta – si alza dalla panchina la partita subisce una svolta.

Individuata la chiave tattica, il Bologna risponde a modo. Sorprende il rapporto e la chimica che lega l’allenatore ex Spezia ai suoi ragazzi. Basta uno sguardo o una mano alzata. Cosa accade? Semplice. Saelemaekers si spinge al centro – quasi da seconda punta – per liberare Kristiansen che guadagna metri e spazio. Zero moduli, ma tanta voglia di determinare il gioco. Diventando quasi – se proprio vogliamo parlare di numeri – un 3-3-1.

Riccardo Calafiori è un calciatore speciale. Unico. Il motivo è semplice. Quando Thiago Motta decide di sostituire Saelemaekers per favorire l’ingresso di Urbanski è proprio l’ex Roma che va a sostituire il belga nella posizione di trequartista. Sì, avete capito bene: in fase difensiva difensore, ma quando si attacca diventa regista offensivo dei suoi. Potrebbe fare qualsiasi ruolo: avrebbe sempre dieci in pagella. Crescita fuori dal comune per uno dei leader della sorpresa di questa Serie A.

Ma il Frosinone è squadra ostica e credere alla salvezza è un obbligo. Idee e proposte di Di Francesco promettono di giocarsela fino alla fine. E non solo: la risposta del pubblico evidenzia amore e vicinanza alla squadra. Forse Bielsa aveva ragione: «Ti amo anche se vinci. Non ho bisogno di una ricompensa per tifarti». Non tutti hanno in squadra talenti del calibro di Soulè, Reinier, Kaio Jorge o Cheddira. Bisognerà costruire un nuovo cammino da qui alla fine. Nelle prossime sette solo due big come Napoli e Inter, poi sfide che non si potranno sbagliare. La sensazione è che molto verrà deciso dal confronto esterno contro l’Empoli di Nicola.

Di Francesco inizia alla grande, ma Frosinone-Bologna termina in pari

Da un lato il sogno salvezza. Dall’altro la corsa Champions League. Sembra una partita a scacchi. Ne esce fuori una bella partita e la sensazione che in Italia la tattica «non è importante, ma l’unica cosa che conta». Sette giornate separano gli emiliani dalla qualificazione nella massima competizione europea. Da sogno a obiettivo, diventando poi obbligo. Questa la dice lunga sulla forza del Bologna di Thiago Motta. Le idee dei due allenatori divertono quasi quanto la partita. E Di Francesco risulta essere allenatore abile ed esperto. Chiude Motta per almeno 30′ e sogna in grande. Bisogna fare punti da qui alla fine.

Ma la cosa che più sorprende è il calciatore che sta diventando Riccardo Calafiori. Stones all’italiana? Può darsi. Trovate un ruolo che non faccia all’interno dei 90′. È praticamente ovunque.

 

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Published by
Gennaro Del Vecchio