Jean-Pierre Adams, ex difensore della nazionale francese negli anni ’70, si è spento oggi all’età di 73 anni. Da 39 anni era in stato comatoso all’Ospedale di Nimes con la moglie che non ha mai smesso di credere nel miracolo. Il dramma per Jean-Pierre iniziò il 17 marzo 1982, quando fu operato ad un legamento del ginocchio, intervento molto frequente per i calciatori, ma durante l’anestesia per un errore medico finì in stato comatoso.
Adams nasce in Senegal nel 1948. La nonna però, mentre lui è ancora un bambino decide di portarlo in Francia per garantirgli migliori prospettive di vita. Jean-Pierre cresce a Montargis, un piccolo paesino situato nel Centro-Valle della Loira. Riceve una buona istruzione e inizia ad avvicinarsi al calcio. All’età di 14 anni viene adottato da una famiglia francese e trascorre l’adolescenza a Corquilleroy, paesino distante soli 7 km da Montargis. Proprio in questo paesino del Loiret, il ragazzo prenderà parte alla sua prima squadra di calcio. Jean-Pierre è dotato di prestanza fisica notevole e grande velocità, caratteristiche che gli permetteranno di essere devastante contro i pari età e segnare moltissimi goal. Ma, con il passare degli anni, gli allenatori che lo hanno tra le mani capiscono che il suo ruolo è sulla linea di difesa. Mentre la sua carriera è nella fase iniziale, in quel momento giocava nell’ EBFN, il ragazzo viene colpito da un dramma a soli 19 anni. Durante un incidente stradale in cui viene coinvolto, perde il suo amico Guy mentre lui resta illeso. Un anno dopo però la vita gli riserverà una delle sue più grandi gioie. Jean-Pierre, nel corso di una festa di ballo a Montargis, incontra Bernadette, una donna di incredibile bellezza e di quattro anni più grande e che da lì ad un anno, diventerà la donna della sua vita. Nonostante le resistenze della famiglia di lei, i due ragazzi si trovano a scambiare le fedi sull’altare.
Subito dopo il matrimonio, Jean-Pierre viene acquistato dal Nimes che, in quel momento, aveva in panchina tale Firoud, vera e propria guida spirituale per il ragazzo arrivato da un paesino di poche migliaia di anime. Inizialmente il tecnico lo schiera davanti alla difesa, come mediano e anche la squadra inizia a vivere un periodo d’oro. Arrivano un secondo e un terzo posto nel campionato francese e la conquista della Coppa delle Alpi, senza dimenticare l’esordio in Coppa Uefa. Nel 1972 arriva per Jean-Pierre il momento tanto atteso: viene convocato dalla nazionale transalpina per disputare il torneo Taca Independencia, in Brasile. Nella prima partita entra dalla panchina ma già nel secondo match contro la Colombia viene inserito tra i titolari e schierato come centrale al fianco di Tresòr. Il CT de Les Bleus, il rumeno Kovacs, denomina la coppia Garde Noir (Guardia Nera) e per due anni i due, in coppia, sono insostituibili. Nel 1973 passa al Nizza e dopo una stagione di esordio clamorosa – andrà in goal per bene 9 volte – in Costa Azzurra diventa il beniamino dei tifosi. L’avventura al Nizza termina nel 1977 escluso ormai anche dal giro della nazionale anche per forti problemi alle ginocchia. Passa al PSG, ma rimane solo due stagioni e fornisce prestazioni piuttosto opache. Le condizioni di salute non ottimali, per un giocatore che fa del suo punto di forza la prestanza fisica sono una condizione troppo limitante. Abbandona poco dopo l’attività agonistica e nel 1982, mentre frequenta il corso per diventare allenatore a Digione, si accorge di avere forti dolori alle ginocchia. Va in ospedale e i raggi mostrano un’infiammazione al tendine. Un problema non estremamente grave che può andar via con un semplice intervento. Un’intervento di routine, però, si trasforma in un dramma. L’anestesia viene fatta eseguire ad una tirocinante che commette l’errore fatale: somministra una dose troppo forte a Jean-Pierre. Inoltre, l’operazione viene eseguita da un medico non troppo esperto e viene sbagliata anche l’intubazione. Il quadro clinico è disastroso: non c’è stato ossigeno nei polmoni e ne è seguito un broncospasmo. Per i successivi 39 anni Jean-Pierre non si sveglierà più con la moglie Bernadette che ogni giorno, per 39 anni, si è presa cura di lui, lo ha nutrito, lavato e cambiato. La sua scomparsa ha suscitato grande commozione in Francia.