Francia-Italia, il nuovo inizio Azzurro? La vittoria di Parigi regala speranza
L’1-3 con cui l’Italia ha battuto la Francia ieri al Parco dei Principi di Parigi nel match di Nations League ha un che di sorprendente e inatteso. Dopo la figuraccia di EURO 2024 gli Azzurri e Spalletti possono aver ritrovato la via.
Vale la pena soffermarsi un po’ su quello che è accaduto ieri in Francia-Italia. Tutti abbiamo ancora nella mente e nella memoria la pessima esibizione offerta dalla nostra Nazionale allo scorso Campionato Europeo, terminato agli ottavi di finale per mano della Svizzera e come coronamento negativo di una spedizione in cui tutto dal punto di vista tecnico, mentale e gestionale è andato nel peggiore dei modi.
Francia-Italia 1-3, la Nazionale si riscopre bella e funzionale. Spalletti abbandona le vesti di Profeta e torna umile
Un disastro sportivo a cui è seguita un’estate piena di critiche e attacchi su più fronti. Dal gruppo di giocatori tacciati di povertà tecnica rispetto ai parametri attuali del calcio internazionale, alle scelte testarde di Spalletti soprattutto a livello tattico, imponendo all’Italia un vestito che non le calzava e poi il discorso più generale sul movimento calcistico italiano: una sorta di mare magnum di problemi che attanagliano l’Italia del pallone da anni ma su cui nessuno fa e ha fatto qualcosa.
Non i migliori presupposti per approcciare un nuovo inizio e un nuovo ciclo, che ha messo l’Italia di fronte ad un avversario anche nettamente più forte sulla carta come la Francia di Deschamps e guidata da Kylian Mbappé ma non solo. Eppure ieri a Parigi l’Italia a suo modo e con una veste nuova (quella giusta del 3-5-2 vero Luciano?) ha dominato i padroni di casa e conquistato una vittoria che può aprire a qualcosa di interessante.
La “nuova” Italia. Finalmente i 3-5-2 e i ruoli giusti. Spalletti riconosce gli errori e riporta energia e voglia di lottare
La cosa principale da cui partire è proprio il sistema tattico usato contro i Les Blues. Quel 3-5-2 che attualmente è il modulo che garantisce la maggior efficacia e maggiore stabilità a quelli che sono i migliori interpreti che può vantare la Nazionale. E nonostante l’inizio shock col gol regalato a Barcola dopo 14 secondi, la differenza rispetto al quasi nulla di EURO 2024 si è potuta notare.
Contro la Francia ha funzionato quasi tutto e l’ago della bilancia rispetto al recentissimo passato si è visto a centrocampo. Un reparto tutto dinamico, mobile e capace di interpretare bene le due fasi. Ricci come nuovo metronomo è stata una bella scoperta come interdizione e copertura, Frattesi ha trovato terreno fertile per le sue caratteristiche d’inserimento ideali e il ritorno di Tonali per fisico e strappi ha dato completezza.
Una bella Nazionale e col giusto modulo. Senza entusiasmi, ma è un successo da segnalare
Ovviamente nel ritrovato 3-5-2 hanno ripreso vita nuova anche i cosiddetti quinti di centrocampo. Dimarco ha ripreso la forma interista e non quella sciapa e anomima dell’Europeo. Un giocatore che se può giocare in un certo modo e avere ricezione palla in ampiezza, può dare qualcosa d’importante e non solo per l’estetica del gol del pari. Forse a destra Cambiaso è rimasto più timido. Ma l’idea di allargare e spiazzare coi cambi gioco sugli esterni una Francia tatticamente orribile è stata vincente, e possiible grazie ad un sistema di gioco che fa dell’ampiezza una delle sue chiavi principali.
Nonostante i tre gol realizzati, qualche dubbio sulla qualità e il talento in attacco a disposizione della Nazionale rimane. Retegui è sembrato ancora un po’ in difficoltà (e nel primo tempo la non prestazione di Pellegrini a suo supporto non l’ha aiutato), anche se nella ripresa ha comunque fatto l’assist che è valso l’1-2 di Frattesi. In questa zona di campo la ricerca di un 9 di alto livello continua, ma la presa di Parigi non va sottovalutata. Un’Italia a cui serviva ripartire dalle proprie basi migliori per provare a costruire un futuro più bello. C’è ancora tanto da risolvere, ma c’è da godersi la nuova partenza.