Nei giorni scorsi la Francia ha vietato ai calciatori ogni pratica legata al Ramadan che possa mettere in discussione l’equilibrio della squadra nel corso del ritiro della Nazionale. In u19 è scoppiato il caso Diawara, ecco cosa è successo con il centrocampista.
In questi giorni i campionati di tutta Europa si sono fermati per lasciare spazio alle partite delle Nazionali, tra amichevoli e qualificazioni verso Euro2024. Tra le squadre impegnate in queste settimane c’è anche la Francia, con le relative selezioni giovanili in giro per il vecchio continente. A tenere banco però non sono le prestazioni dei calciatori in campo, ma la questione legata alle abitudini religiosi di questi ultimi, considerando il periodo di Ramadan in corso.
Come noto, durante il periodo di Ramadan i calciatori musulmani osservano un regime alimentare piuttosto ferreo che implica un lasso di tempo di digiuno totale. Questa pratica è finita di recente sotto l’accusa della Federazione francese, che nei giorni scorsi ha diramato un comunicato in merito: “Nessuna pratica religiosa potrà indurre a cambiamenti nell’organizzazione collettiva“. Una presa di posizione piuttosto netta, che ha scatenato un ulteriore caso nella giornata di ieri nel corso del ritiro della Francia u19 in cui è rimasto coinvolto il centrocampista Mahamadou Diawara.
Considerando che le varie selezioni calcistiche francesi raccolgono al loro interno diverse etnie e religioni, tra le quali l’islam è la più diffusa, la decisione della Federazione di proibire ogni pratica religiosa legata al Ramadam ha scatenato l’opinione pubblica in maniera negativa. Anche diversi calciatori hanno preso la loro posizione in merito, dimostrandosi a favore della libertà di espressione delle proprie ideologie. Uno di questi è stato proprio Mahamadou Diawara, centrocampista di proprietà del Lione che in questi giorni ha partecipato al ritiro della Francia u19.
Il classe 2005, nel corso di una seduta di allenamento nella giornata di ieri, si è rifiutato di interrompere il digiuno dovuto al Ramadan, modificando così l’organizzazione collettiva del gruppo squadra. Dal canto suo la Francia ha nuovamente preso una posizione importante, rispedendo a casa il ragazzo e sostituendolo con Tabibou Assoumani, calciatore del Nantes. Subito dopo lo stesso Diallo, presidente della Federazione, ha raccontato a Le Figaro: “La nostra scelta assicura che la religione non interferisca con l’atleta. Alcuni giocatori non sono felici di questa decisione, credono che la loro religione non sia rispettata”