Fiorentina, Vlahovic: “Ogni partita contro il Milan è speciale per me”
L’attaccante Dusan Vlahovic è il vero protagonista del positivo inizio di campionato della Fiorentina. Ad oggi il centravanti serbo ha collezionato 13 presenze, 10 reti e 2 assist in Serie A, facendo impennare l’interesse dei grandi club europei nei suoi confronti.
Il numero 9 viola ha concesso un’intervista al portale serbo telegraf.rs, dove ha affrontato vari argomenti, tra cui quello del confronto con Zlatan Ibrahimovic di sabato scorso. In seguito le parole di Vlahovic riportate da Calciomercato.com: “La partita contro il Milan è stata da sogno, ma come in ogni lavoro, quello che è stato è già tutto dimenticato e la cosa più importante è quello che deve arrivare. Cerco di non seguire molto i media, ma in qualche modo loro riescono sempre a raggiungermi. O me li mandano i miei amici o lo vedo sui social. Devo continuare ad allenarmi ancora più duramente e con una voglia e una volontà ancora maggiori e spero di continuare così”.
Su Ibrahimovic: “Zlatan mi ha detto in serbo ‘Non mollare, vai avanti‘ e mi ha scritto un messaggio nella nostra lingua sulla maglia. Ogni partita contro il Milan per me è speciale, perché tutti conoscono le storie su Ibrahimovic, che è il mio idolo. Sabato ho segnato i miei primi gol al Milan, ho vinto contro il Milan per la prima volta da quando gioco ed è un grande piacere. Il suo erede? Non mi sento il suo erede e penso che ognuno dovrebbe fare la sua strada. Lui è un grande campione, uno dei migliori attaccanti che abbia mai giocato a calcio ma devo fare ancora molto per avvicinarmi al suo livello. Cerco di avere un mio percorso, di lavorare di più su me stesso, di migliorarmi e di cercare di ottenere i migliori risultati”.
Su cosa gli ha detto l’attaccante svedese: “Abbiamo parlato della scorsa stagione, poi sono andato nello spogliatoio del Milan e abbiamo scambiato due parole, mi ha dato la sua maglia e abbiamo fatto una foto. Me lo ha detto in quel momento in serbo: ‘Non mollare, vai avanti‘ e ha scritto quel messaggio nella nostra lingua sulla maglia, mi ha emozionato. Avevano perso e non volevo andare da lui, so cosa si prova quando si perde, non è piacevole e considerando che conosco tanti calciatori del Milan, non volevo disturbare nessuno”.
Su Ronaldo: “Mio papà mi diceva sempre, dopo ogni partita, che tu vinca o perda, di andare a salutare gli avversari, stringere la mano a tutti e all’arbitro. Lo faccio ancora oggi. Allora sono andato da lui e in quel momento, comprensibilmente, era molto nervoso e arrabbiato. L’unica cosa che mi ha detto, come è più o meno noto, era che il gol a Belgrado doveva essere convalidato e che questo forse ha ribaltato tutto. Io gli ho augurato buona fortuna per i playoff e gli ho detto che passeranno il turno, perché hanno uno dei migliori giocatori al mondo”.