Fiorentina, Iachini: “Questa è la mia impresa più difficile”
Poco fa è intervenuto in conferenza stampa Beppe Iachini, allenatore della Fiorentina, in vista dell’impegno dei suoi di domani contro il Napoli. Il tecnico ha parlato di vari temi tra cui le parole provocatorie del proprio presidente, Rocco Commisso, dell’impresa salvezza e anche di qualche sassolino dalla scarpa.
“Per come sono io, le parole del presidente si ascoltano e non si commentano. Nel caso specifico, le parole su di me non possono che farmi piacere per quel che è stato lo sviluppo della stagione. Fanno capire quelle che sono state le difficoltà e le tempistiche dei miei arrivi. Quello che ha detto il presidente non è cosa da tutti i giorni, lo ringrazio e continuo a dare una mano alla mia Fiorentina. Ne ho vissute diverse di imprese, ma questa è stata molto difficile perché non aveva dietro una continuità di lavoro e c’era un calendario tosto per una squadra e un ambiente molto impaurito. Dovevamo fare in fretta, ci siamo messi sotto e abbiamo lavorato”.
“Dopo la Lazio, il presidente mi ha parlato. Mi ha fatto intuire che c’erano possibilità di rimanere, ma io ho detto che era giusto fare ognuno il proprio percorso. Mancanza di motivazioni da parte mia? No, penso solo che sia giusto che la Fiorentina faccia il suo percorso. Sento questa squadra come la mia seconda casa, al pari di quando giocavo con l’Ascoli. È una sensazione viscerale, troppo forte, troppo importante. Ci sono annate come quelle che abbiamo vissuto negli ultimi tempi che sono davvero assurde, e aver portato a casa certi risultati mi fa riflettere: voglio che Beppe sia sempre Beppe per i fiorentini e Firenze. Kouame? Aveva iniziato bene, facendo buone partite. Col Torino in casa, e anche con l’Inter a San Siro. Poi al suo posto era entrato Vlahovic, aveva sbagliato il gol del 4-2 ed è stato massacrato. Per questo alla gara successiva ho schierato Dusan titolare. Poi il percorso della stagione è cambiato, ha perso quella carica che un attaccante deve avere. Il portiere e l’attaccante, per me sono ruoli diversi rispetto alla squadra e ci sono delle annate particolari. Magari certi anni un attaccante calcia in porta 100 volte e fa 5 gol e perde fiducia. O magari tira 25 volte e fa 20 gol, e questo aiuta la fiducia. Portiere e centravanti sono due ruoli specifici, sono sempre nell’occhio del ciclone”.