Fiorentina-Benevento, Prandelli: “Voglio una squadra che onori la città”

Fiorentina-Benevento, Prandelli: “Voglio una squadra che onori la città”

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Il tecnico della Fiorentina Cesare Prandelli è intervenuto, come di consueto, nella conferenza alla vigilia del match contro il Benevento. Ecco le parole dell’allenatore viola in merito alla gara del Ciro Vigorito.

Abbiamo voglia di vincere, di stare in partita. Una squadra unita e con idee quando si ha la palla. Anche i nazionali sono tornati bene. Quando c’è un avvicendamento in panchina è come se ci fosse un piccolo trauma. Il rapporto con Beppe era un rapporto vero. I nazionali si sono subito messi a disposizione. Ho trovato una grande partecipazione. In più la società è molto coesa. Ci sono tutti gli elementi per un progetto serio”.

Pulgar, gli attaccanti e la nuova Fiorentina

“Pulgar è un giocatore che mi piace molto: ha geometrie, temperamento, è utilissimo nei calci piazzati. Adesso sto coinvolgendo tutti perché tutti mi servono. In questo momento preciso bisogna avere validi elementi nei 5 cambi. Tornando a Pulgar ho una considerazione ottima”.

Gli attaccanti? Per me un attaccante deve avere fiuto del gol ma al tempo stesso aiutare la squadra. Una sana competizione interna ci può stare, ma non penso di cambiare in continuazione, serve dare una continuità. Alcuni giocatori li ho avuti solo per pochi giorni, poi dalle prossime settimane sceglierò chi mi può dare delle garanzie. Le emozioni? A mente lucida non credevo di poter tornare, ma nei miei sogni mi capitava di ritrovare il mio fischietto e la mia tuta viola. Adesso sono qua e si ricomincia una nuova storia, mi auguro di essere ancora protagonista. Voglio ricostruire una squadra che onori questa città e che esca sempre a testa alta da qualunque campo”.

Prandelli su Commisso

Le dichiarazioni di Commisso? Ho sempre sostenuto che quando parla un presidente bisogna ascoltarlo e non commentarlo. Se lui ha detto determinate cose è perchè ha una cultura diversa dalla nostra e dovremmo riflettere, lui ripete sempre che non sopporta le bugie. Il tifoso deve pensare che la società sta progettando il futuro e sta facendo investimenti importanti nel centro sportivo e nel tentativo di costruire uno stadio, teniamoci stretto uno così e lo dico da tifoso. Poi è chiaro che conta il presente e la partita di domani, ma si può sognare in grande”.

Ribery e il Benevento

Ribery? Ho avuto un confronto con lui, è un trascinatore e uno che vuole sempre vincere anche in partitella. Non vorrei che diventasse un unico riferimento per la nostra manovra, ogni tanto vorrei vederlo anche in altre zone del campo per valorizzare la sua capacità di finalizzazione e di servire l’assist. Mi ha dato grande disponibilità e stiamo lavorando. Il Benevento? Ha cattiveria e voglia di lottare su ogni pallone, ma anche buona capacità di sviluppo azioni ed è bravo nelle transizioni. In campo dovremo mettere quello che mette il Benevento per sfruttare le nostre qualità superiori, ma dobbiamo dimostrarle sul campo”.

Nazionale e formazione

La Nazionale? Mancini ha trasmesso la sua mentalità, è una squadra che vuol costruire sempre gioco e che ha tanti giovani interessanti. Il problema del Ct sarà fare le scelte. La formazione? Non voglio dare nessun tipo di vantaggio all’avversario e ancora non la sanno nemmeno i giocatori”.

Il vecchio fortino del Franchi

“Ci sono tutte le premesse per ricreare il fortino, sono convinto che Firenze meriti tanto. Abbiamo la fortuna di avere una società che ha voglia di investire e far tornare grande questa squadra, le premesse ci sono. Poi dovremo confrontarci con la realtà, ma se siamo tutti insieme ce la possiamo fare. Il fortino è una metafora, è come le vecchie mura del Michelangelo a Firenze, dobbiamo difenderci dagli attacchi esterni, non dobbiamo attaccarci tra di noi”.

Difesa a 4? I cambiamenti vanno fatti con gradualità, non posso stravolgere i sistemi di gioco in pochi giorni. Se ci saranno dei cambiamenti saranno solo su situazioni di gioco, non farò stravolgimenti. Siamo legati ai numeri del sistema di gioco, ma conta soprattutto l’interpretazione. Lirola e Biraghi insieme a 4? Sono giocatori con propensione di spinta, ma con i giusti equilibri si può fare”.