Serie A

Filippo Inzaghi dopo la Juve: “Ho lavorato sulla mentalità”

Il Benevento è ancora sulla bocca di tutti dopo il clamoroso successo a Torino contro la Juventus per 1-0 firmato Gaich che ha di fatto sancito l’uscita dalla corsa scudetto dei bianconeri. E sulla bocca di tutti è tornato Filippo Inzaghi che, in un intervista al Corriere della Sera, dicendo come: “Non mi va di fare il fenomeno, il nostro è un mestiere strano: se vinci sei un genio, se perdi non capisci niente”. 

Le chiavi del successo delle streghe

Il Benevento arrivava a Torino dopo un periodo nerissimo: l’ultima vittoria risaliva addirittura al 6 gennaio scorso (2-1 a Cagliari) e da lì solo pareggi (5) e tante sconfitte (6). “Venivamo da un momento difficile – racconta Inzaghi – ho cercato di dare fiducia e serenità. Ci sono riuscito con i dati di fatto, i numeri. Ho chiesto: se in B abbiamo stabilito otto record, perché non dobbiamo credere nell’impresa?”. 

La chiave tattica: “Ho deciso di difendere a tre perché non avevo terzini, e allora ho messo Improta e Foulon come quinti di centrocampo. E mi sono permesso due centravanti perché se ci fossimo abbassati troppo, non avremmo resistito a lungo. Compatti, corti, ma propositivi”.

“Sia chiaro, avrei firmato per il pareggio – ammette super Pippo – ma i giocatori sono andati oltre la mia immaginazione. Sono felice soprattutto per loro, ricorderanno per sempre di avere battuto Ronaldo”. 

Filippo Inzaghi ha poi parlato anche del suo futuro e anche quello di suoi fratello, Simone, ancora in stallo con la Lazio: “Io penso solo a questo nostro scudetto che dobbiamo vincere con il Benevento: la salvezza. Poi parleremo. Mi mancava un’esperienza al Sud, il calore della gente è pazzesco. Simone? Non so, anche se fatico a vederlo lontano dalla sua Lazio”.

E su Pirlo“Se ho parlato con Andrea? Sì, sono stato un po’ con lui. Non ha bisogno dei miei consigli, gli ho detto di stare tranquillo perché sono passato anch’io da momenti difficili. Il nostro mestiere è così, devi farti scivolare addosso le critiche. Se al Real discutono Zidane che ha vinto tre Champions, e se al Liverpool criticano Klopp, allora va bene tutto”.

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Published by
Roberto Balestracci