Tra le tante e gravi emergenze provocate, la pandemia da coronavirus ha messo in evidenza quanto problematico sia il calendario del calcio, mondiale ed europeo. Tante, forse troppe partite tra club e Nazionali, con tornei dallo scarso appeal, che fanno progressivamente allontanare tifosi e appassionati. Per questo, racconta Repubblica, Gianni Infantino, presidente della FIFA, ha intenzione di rivoluzionare l’attuale panorama dello sport.
Il primo problema da affrontare, secondo Infantino, è la gestione dei calendari. Per il numero uno della FIFA, gli impegni sono troppi e troppo ravvicinati. La sua proposta in tal senso riguarda i campionati nazionali, che dovrebbero assumere la formula dei playoff. Niente più andata e ritorno, dunque, ma girone unico e successiva fase a eliminazione diretta. Nelle intenzioni di Infantino, questa soluzione eviterebbe l’annoso problema di vedere competizioni decise con largo anticipo rispetto alle naturali conclusioni, come sappiamo bene anche in Italia.
Il secondo punto della rivoluzione targata Infantino e FIFA è la suddivisione dei calendari in base alle competizioni. In questo modo, circa cinque mesi sarebbero dedicati ai gironi unici delle competizioni nazionali, in seguito ai quali si passerebbe ai playoff e alle coppe europee, da giocare dunque a stretto giro di posta. Un mese e mezzo circa sarebbe invece dedicato alle Nazionali, sia per quanto riguarda le qualificazioni ai maggiori tornei, sia per quanto riguarda i tornei stessi, in particolare Europei e Mondiali. Il tempo restante, un altro mese circa, sarebbe infine di riposo per tutti. E, probabilmente, occupato in buona parte dal calciomercato.
Un progetto ambizioso, ma che prevede una lunga e complessa serie di passaggi, soprattutto informali. Infantino e la FIFA devono, di fatto, convincere della bontà dei loro piani le Federazioni nazionali. Solo dopo che avrà fatto combaciare gli interessi calcistici dei Paesi di mezzo mondo e raccolto i necessari pareri positivi, allora, potrà dare il via alla sua rivoluzione. Ma il presidente della FIFA sembra avere una discreta fretta, tanto da voler iniziare a parlare con le Federazioni interessate già prima dei Mondiali in Qatar del 2022.