Feyenoord, la “squadra del popolo” che contende la Conference alla Roma
La Conference League è lì, ad un passo, Feyenoord e Roma lo sanno. Tra poche ore si accenderanno i riflettori dell’Air Albania Stadium di Tirana, da lì ci sarà poco da parlare, ma solo da guardare e attendere il destino dei due club, che si consumerà in 90 minuti. Gli olandesi sfideranno i giallorossi con grande tradizione ed una storia solida e gloriosa alle spalle, fatta di successi, campioni, e aneddoti senza tempo. La squadra di Slot punta a vincere il 37° titolo del club.
𝐏𝐑𝐄-𝐌𝐀𝐓𝐂𝐇 𝐒𝐓𝐀𝐓𝐒
AS Roma 🆚 Feyenoord#romfey • #UECLfinal— Feyenoord Rotterdam (@Feyenoord) May 25, 2022
Il palmares del Feyenoord
Sono ben 36 i titoli del club olandese, decisamente di più rispetto a quelli giallorossi (15). Il Feyenoord conta in bacheca: una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, 2 Coppe Uefa, 15 campionati olandesi, 13 Coppe nazionali e 4 Supercoppe nazionali. In Olanda, a livello di trofei, hanno fatto meglio solo Ajax e PSV. L’ultimo successo internazionale del Feyenoord risale al 2002, con la vittoria della Coppa Uefa.
Le origini: dalla fondazione alla scelta del nome del club
Il Feyenoord nasce nel 1908 dal quartiere di Rotterdam. Il nome del club è cambiato svariate volte. Inizialmente si chiamava “Wilhelmina”, nome usato per onorare la prima regina d’Olanda, poi divenne “Hillesluise FC”, ma dato che era omonimo ad un altro club fu costretto a cambiare ancora. L’ultimo cambiamento di nome fu “RVV Celeritas”. Inizialmente i colori sociali erano giallo e nero, poi con l’avvento dell’ultimo nuovo nome cambiarono in quelli attuali, bianco e rosso. Una volta promossa in divisione nazionale, il Feyenoord (allora RVV Celeritas), si trovò costretto a cambiare nuovamente il nome, dato che c’era nuovamente una squadra omonima. L’ultimo nome deciso fu proprio “Feijenoord”, che richiama l’isola in cui il club è nato, e che oggi è un tutt’uno col sud della città.
La storia della maglia n° 12
Il Feyenoord è definita la “squadra del popolo”. Ma perché? Semplice, il pubblico è un tutt’uno con la squadra e viene considerato parte fondamentale, integrante del club. I tifosi sono il 12° uomo in campo, e la maglia numero 12 è dedicata a loro. Nessun calciatore la può indossare.
Il periodo d’oro degli anni ’70
Il Feyenoord che è rimasto più impresso nella storia è sicuramente quello degli anni ’70. Alla guida del club c’era Ernst Happel, campione del mondo nel 1970. Nel 1974 l’infermabile club olandese conquistò l’11° titolo d’Olanda e la Coppa Uefa. Questo era il periodo del “Calcio totale” in Olanda e di Win Jensen, il giocatore con più presenze della storia del club.
Nel 2002 l’ultimo trofeo internazionale
L’ultimo trofeo internazionale per il club olandese risale alla stagione 2001/2002. In tale stagione il Feyenoor guidato da un giovane Van Persie e van Hooijdonk e Tomasson sollevava la Coppa Uefa. Da tale data la “squadra del popolo” non solleva un trofeo internazionale.
Il Feyenoord sfida la Roma in Conference: i giocatori da tenere d’occhio
Tornando al giorno d’oggi, il Feyenoord si battaglia la Conference League con la Roma. La squadra è composta da tanti talenti, giocatori atletici e veloci, ma non tante stelle. Se si parla di velocità non si può non citare Malacia, esterno rapido e dall’accelerazione fulminante che agisce sulla sinistra. In cabina di regia è presente il talento Kocku, che è capace di far girare la squadra a ritmo di orologio svizzero. Sulla trequarti attenzione a Guus Til, giocatore col vizio del gol. Non a caso sono ben 21 le reti segnate dall’olandese in stagione. In attacco si scatena la potenza del Feyenoord. Su tutti Dessers, capocannoniere della Conference League, è pronto a mettere paura alla retroguardia giallorossa. Sono 10 le reti in 13 partite per lui. Sinisterra è la velocità e l’esplosività della fascia. Sono 11 gli assist del colombiano, che è entrato nel mirino di diverse squadre europee. La difesa è il punto debole degli olandesi. Sono tanti gli errori in fase di impostazione e di attenzione. La Roma può sfruttarli.