Federico Casotti a CIP: “Alla distanza, emergeranno i valori reali”
A CIP, facciamo il punto con Federico Casotti, executive producer di DAZN, una vita nel calcio, dalla redazione di Sportitalia alla direzione dell’edizione italiana di Goal.com, passando per le telecronache di Sky. Perché è vero che siamo appena alla quinta giornata di Serie A, e che le coppe europee sono solo al primo turno, ma il calcio al tempo del Covid-19 è ben diverso da come ce lo ricordavamo.
Prima di tutto, il momento sociale, economico e politico italiano: il Covid-19, tutt’altro che sconfitto, torna a fare paura, e la Serie A fa i conti con decine di casi di positività: come lo vedi il futuro del Campionato, e che impatto avrà questa situazione?
Penso che la priorità evidente del sistema calcio sia portare a termine la stagione, per tutta una serie di motivi che già hanno fatto sì che si giocasse ogni tre giorni la scorsa estate. Personalmente condivido questa strategia: da un lato riconoscere l’eccezionalità della situazione (cinque cambi, porte chiuse, protocollo in caso di positività), dall’altro prendere atto della necessità di convivere con il virus fino a quando – speriamo presto! – verrà reso disponibile il vaccino.
Il caso di Juventus-Napoli non è ancora chiuso. Ci sono effettivamente delle falle nel protocollo che regolamenta il calcio ai suoi massimi livelli o è stato solo un caso? Per giorni si è parlato di rischio caos, ma forse un briciolo di sangue freddo e lucidità in più, anche tra chi scrive, sarebbero stati utili.
Mi ricollego a quanto dicevo prima: se c’è un protocollo siglato da tutte le squadre, questo poi va rispettato, come ad esempio ha fatto il Parma a Udine nonostante 7 positività. D’altro canto è vero che la situazione è talmente in divenire che anche il protocollo non può non tenerne conto. Sicuramente l’attribuzione delle competenze e dei poteri decisionali deve essere chiara e non interpretabile.
Guardando al campo, dopo quattro giornate si celebrano il Napoli ed il Milan: sono destinate a durare e lottare realmente per lo Scudetto?
Il Napoli più del Milan, che dipende troppo a mio parere dalla tenuta di un Ibra che per quanto sontuoso ha pur sempre 39 anni. Mi sembra che Gattuso stia facendo un ottimo lavoro, togliendo pressione alla squadra e lasciandola libera di esprimersi. I giocatori che sono arrivati a Napoli nell’ultimo anno mi paiono sottovalutati, anche se magari non sono costati poco, come Osimhen.
La Juventus è un cantiere: Pirlo scricchiola o il progetto saprà resistere alle difficoltà?
E’ prestissimo per esprimere sentenze! di sicuro è una squadra che si sta ringiovanendo e non poco: Chiesa, Kulusevski, Demiral, Arthur, De Ligt, Bentancur, sono tutti giovani e di talento, vanno assemblati tenendo conto che qualche intoppo inevitabilmente ci sarà. Su Pirlo, credo che fino alla fine della stagione discuteremo sul suo valore e se sia stata una scelta giusta oppure no. Di sicuro è stata una scelta molto, molto coraggiosa.
L’Inter è già attardata: puntare sul tutto ora e subito, e quindi su molti over 30, a questi ritmi, può rivelarsi un boomerang per Conte?
Non credo sia un problema di età, la condizione notevole di gente Ibra o Ribery lo dimostra. Di sicuro l’Inter ha un problema in difesa, perché 8 goal subiti in 4 partite sono troppi per una squadra che punta al titolo. Mi sembra però che questo campionato possa richiedere una quota scudetto più bassa del solito, penso anche solo agli 83 punti della Juve dell’anno scorso. Insomma, è un campionato che concede un margine d’errore a tutti, cosa che in passato non capitava spesso.
La Lazio arranca, l’Atalanta dopo 3 giornate di corsa si risveglia sotto una pioggia di reti al San Paolo: dove sta la “verità” sulle due sorprese dello scorso anno?
La vittoria in Champions può essere un bel punto di svolta per la Lazio, che in effetti ha patito fisicamente e psicologicamente il lockdown, impiegando parecchio tempo per rimettersi in sesto. Credo che la Champions possa essere d’aiuto a questa squadra per completare la maturazione di giocatori chiave con Milinkovic, Immobile o lo stesso Acerbi. L’Atalanta di Napoli mi è sembrata troppo brutta per essere vera, del resto un anno perse 7-1 a San Siro e a fine stagione arrivò quarta. Di sicuro i bergamaschi hanno una rosa più profonda dell’anno scorso e hanno fatto delle buone chiamate nel mercato estivo, come il sorprendente Lammers.
Dietro, le deluse sono Torino e Fiorentina, con Commisso e Cairo criticati e Iachini e Giampaolo già sulla graticola. Giudizi affrettati squadre costruite male?
Difficile gestire club come Torino e Fiorentina, con una storia e una tifoseria importanti, quando hai davanti a te l’esempio al momento irraggiungibile dell’Atalanta. Al di là delle criticità della scelta di Giampaolo, per il quale comunque è stato fatto un mercato ad hoc, mi pare un Torino ancora alla ricerca della sua essenza un po’ smarrita. La Fiorentina anche senza Chiesa secondo me è una buona squadra, giovane, alla quale manca però il guizzo per uscire dal’attuale situazione di mediocrità. Una vittoria con una grande potrebbe far scattare il click di cui questa squadra ha bisogno.
Come sempre, proviamo a dare uno sguardo al resto d’Europa: il calcio spagnolo conferma la crisi cui abbiamo accennato un mese fa: conti in rosso e big che arrancano, avversarie in meno nella corsa Champions?
Non credo, anche perchè non se la passano particolarmente meglio delle italiane. Il Barcellona è indubbiamente in difficoltà sotto molti punti di vista e le elezioni presidenziali saranno determinanti nel dare un indirizzo a un club che in questo momento sembra non averne. Ma dal Real Madrid mi aspetto una volta che l’emergenza Covid sarà finita, un mercato nuovamente Galactico. In generale, crisi o non crisi, il solco tra le prime tre e le altre mi sembra sempre più marcato.
La Premier è ancora di un altro livello, ma le scoppole rimediate nelle scorse settimane da City e Liverpool ci restituiscono la schizofrenia del momento: quanto ha pesato, in Inghilterra come nel resto del mondo, un calendario tanto serrato ed una preparazione assai deficitaria?
Ha influito moltissimo, anche il Bayern del resto ha perso male contro l’Hoffenheim qualche settimana fa. E’ una situazione strana: siamo già in pieno campionato ma la condizione è stata nelle prime settimane quella di quando si gioca l’ICC o le amichevoli prestagionali. Sicuramente influiscono anche le porte chiuse, che psicologicamente sbloccano le squadre più deboli e le spingono a provarci di più. Però alla fine i veri valori tecnici emergeranno esattamente come avvenuto la scorsa estate un po’ ovunque.
Sarà una stagione senza certezze ed apertissima, specie in Italia, ma più che per idee e programmazione, la competitività di molti sembra passare per le lacune delle grandi: non si rischia un livellamento verso il basso, invece che verso l’alto?
Secondo me siamo nel mezzo di un piccolo “shock culturale”, perchè il calcio italiano sta cambiando pelle rispetto al passato e ai luoghi comuni. Anche le squadre più deboli sulla carta giocano un calcio propositivo e pensano a segnare un gol in più senza preoccuparsi troppo di quelli che subiscono. Per dire, se io spettatore neutrale vedo Bologna-Sassuolo preferisco vedere un 3-4 con rimonta rispetto a un 1-1 “ben giocato” tatticamente ma più noioso. In generale credo che il Covid abbia picchiato e stia picchiando duro su tutti, e che però come spesso avviene nei momenti di crisi emerge l’inventiva e l’innovazione: un campionato dove si segna di più, dovew magari ci sarà anche più spazio per i giovani, si spera anche tanti giovani italiani per il bene della Nazionale.